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Ha senso fare allenamento individuale a calcio al tempo del Covid?

La volontà di garantire l’incolumità agli atleti spesso stride con la voglia di tornare a calcare i campi, anche solo per gli allenamenti individuali come previsto dal Dpcm

Al tempo del coronavirus ha senso sviluppare l’attività sportiva giovanile? Questo è un interrogativo che è balzato spesso agli onori delle cronache nelle ultime settimane. La volontà di garantire l’incolumità agli atleti spesso stride con la voglia di tornare a calcare i campi, anche solo per gli allenamenti individuali come previsto dal Dpcm. Se in questo momento pensare alla ripresa dei campionati dilettantistici pare utopia (gli scenari possibili paiono essere il rinvio dei tornei a settembre oppure, nella migliore delle ipotesi, un ritorno all’attività a mazo inoltrato, con tutte le complessità legate alla gestione dei tamponi da parte dei club), resta da valutare con attenzione pro e contro del consentire gli allenamenti ai ragazzi. Il desiderio di concedere loro svago e attività ludico ginnica stride con la constatazione che effettuare sedute con temperature decisamente fredde e senza l’utilizzo degli spogliatoi possa comportare rischi per la salute in un periodo così critico.
L’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 continua quindi a tenere bloccata l’attività organizzata dal Comitato regionale Piemonte-Valle d’Aosta della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Si parlava, dopo i recuperi, di portare a termine la stagione sportiva 2020-2021 completando l’andata e dando vita a playoff allargati. Finora si è giocato soltanto a settembre e a ottobre. Da allora, stop alle gare di Campionato e a quelle di Coppa. Siamo arrivati alla metà di gennaio, ma non si sa ancora quando le squadre impegnate nei vari tornei dilettantistici torneranno ufficialmente in campo. Ai dirigenti delle società astigiane chiediamo quindi come si stanno muovendo in questa situazione di pandemia che dura ormai da quasi un anno.
ASD Asti
Dice Ivo Anselmo, team manager dell’ASD Asti: «A novembre, con la zona rossa, lo staff tecnico aveva stilato un programma di allenamenti individuali che ogni giocatore doveva osservare a casa propria. A partire da dicembre, con la zona arancione prima e con quella gialla poi, sono stati organizzati invece allenamenti distanziati senza contatto fisico e senza l’uso degli spogliatoi. E’ così anche adesso, logicamente nella speranza che l’attività ufficiale possa riprendere al più presto. In questo momento, però, non abbiamo ancora ricevuto indicazioni al riguardo».
I giocatori non possono tuttavia servirsi degli spogliatoi… «Questo è un sacrificio che abbiamo chiesto in più a loro, con tanto di doccia a casa, in attesa di nuove disposizioni».
Misure restrittive fino al 5 marzo e Dilettanti verso la chiusura definitiva? «Vivremo alla giornata per un mese e mezzo. Poi si vedrà».
Canelli SDS
Queste, invece, le parole di Diego Priamo, direttore generale dell’altro sodalizio nostrano di Eccellenza, vale a dire il Canelli SDS 1922: «Seguendo le prescrizioni e adeguandoci di volta in volta alle disposizioni del Dpcm, abbiamo cominciato a sostenere allenamenti individuali anche per non perdere la condizione atletica. Ci atteniamo comunque ai provvedimenti normativi del Governo e ai protocolli della Lega, visto che, per il momento, possiamo allenarci soltanto individualmente».
Cosa prevede in vista di una eventuale ripresa del campionato? «Sarebbe importante trovare una formula adatta e creare i presupposti per poter concludere la stagione in qualche modo. Con l’obiettivo, ovviamente, di non perdere di vista la salute pubblica. Diversamente, sarebbe una sconfitta per tutti».
Pro Villafranca
«Non ci stiamo allenando – dice Josi Venturini, presidente dell’ASD Pro Villafranca 1946 – perché non possiamo utilizzare gli spogliatoi. E pensare che ne abbiamo sei con un impianto automatizzato di sanificazione. Del resto, andare in campo senza poi farsi una doccia sarebbe deleterio per i ragazzini. Stesso discorso per gli adulti, alcuni dei quali devono affrontare mezz’ora di macchina per venirsi ad allenare. Il tutto in considerazione del fatto che le temperature esterne non favoriscono certo la salute degli atleti. Non possiamo quindi fare niente in questo momento, visto che la legge, e nello stesso tempo il buonsenso, ci impediscono di comportarci diversamente».
ISC Astigiana
Da Venturini a Carmelo Sacco, massimo esponente dell’ISC Nuova Astigiana Calcio che milita in Seconda Categoria: «Per il momento siamo praticamente fermi. Del resto, non si sa ancora quando si tornerà a giocare. Comunque, se ci verrà comunicata una data d’inizio, riprenderemo la preparazione almeno quindici giorni prima».
Scuola Calcio Astigiana
Sentiamo infine Gianluca Castrignanò, presidente della Scuola Calcio Astigiana: «Siamo stati fermi per aderire alle iniziative intraprese a dicembre e alle quali hanno risposto 28 società su 30. Abbiamo ripreso comunque l’attività lunedì 18 gennaio effettuando il test sierologico a tutti i giocatori e a tutti gli allenatori del settore giovanile». Un’iniziativa che manifesta la volontà del sodalizio di evitare qualsiasi rischio ai propri tesserati, seguendo il protocollo che utilizza la Juventus FC con i propri tesserati
Gli allenamenti della SCA si svolgono sul campo in erba sintetica del quartiere di corso Alba.
In un periodo così critico, segnato dalla pandemia, pare difficile pensare al regolare svolgimento dell’attività sportiva giovanile: il buonsenso, quello di responsabilità, deve essere forzatamente il credo comune di club e tesserati. In attesa di giorni migliori.

Davide Chicarella e Gianni Truffa

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