Agonismo, tattica, fisicità, un uomo, solo, contro un altro. Una donna, sola, contro un’altra. Con un obiettivo: mettere a terra l’antagonista. Il pugilato è disciplina radicata nella storia e fonte di ispirazione molteplice per registi, scrittori e artisti, “A corta distanza”, volume da leggere tutto d’un fiato, è racconto e introspezione, aneddoti e curiosità sull’arte sportiva più antica. Che in questo caso racconta, e si racconta, attraverso la penna e la sensibilità di Federica Guglielmini e Virginia Perini, con presentazione di Bruno Nacci, i suoi fenomeni. Ed è la profondità femminile a scovare e individuare tante storie, che parlano di ring ma anche e soprattutto di quotidianità, crescita ed evoluzione, attraverso le testimonianze di atleti che hanno scritto la storia della boxe italiana e hanno anche assaporato i palcoscenici più luminosi. “Puoi lasciare il ghetto, ma il ghetto non ti lascia mai”, recita un detto, e in molti ritratti sapientemente effettuati dalle autrici emerge prorompente una storia di difficoltà famigliari e personali, dove il pugilato diventa soluzione e medicina fondamentale per vivere. Non è violenza, ma energia, scopo.
“A tutti coloro che hanno combattuto, a tutti coloro che stanno combattendo, a tutti coloro che devono iniziare a farlo”, recita l’introduzione di un libro da leggere tutto d’un fiato: i primi ritratti sono quelli dello “Spartan” Dario Morello, capace di conquistare l’Ucraina ed ergersi sul tetto del mondo, e del figlio d’arte Fabio Turchi, calciatore mancato che trova ispirazione in una delle più belle biografie sportive, “Open” di Andrè Agassi. Emoziona e colpisce la storia del gigante buono da Bagnocavallo, Francesco Damiani, che ha calcato i ring d’America e sfiorato la sfida contro Evander Holyfield, in assoluto il capitolo più denso e intriso di vita, peccati e redenzione, è quello riguardante Giacobbe Fragomeni. Una storia personale in salita, il pugilato come mantra e soluzione, un presente a lieto fine come in un film hollywoodiano. Si susseguono, pagina dopo pagina, grandi protagonisti: dall’allievo di Boncinelli Leonard Bundu, italiano d’adozione che ha lottato per i vertici iridati, a Maurizio Stecca, campione di tutto, olimpico, mondiale, europeo ed italiano, tecnico apprezzato che è stato ospite recentemente ad Asti al FuoriLuogo e alla Skull Boxe di coach Davide Greguoldo. Forse non è un caso, ma quando leggiamo la storia di Franco Cherchi, “El Rapido”, pensiamo immediatamente al nostro “Chapo” (rapido, appunto), Etinosa Oliha, astigiano della Skull imbattuto nei pesi medi e attuale detentore della cintura Intercontinentale.
Federica Guglielmini è artista a tutto tondo: sta per uscire il Manifesto letterario de “I Colpitori”, un progetto nel quale la parola multidisciplinarietà emerge prorompente, fra poesie sul pugilato, musica e spazi. Tra le sfaccettature dello sport, la boxe è certamente la disciplina che più si presta a una narrazione artistica variopinta, e i colori tratteggiati dalla penna della Guglielmini sono rigorosamente intensi e al contempo articolati. Contengono percorsi, sensibilità, vita. Nel giorno della “festa della donna”, un omaggio splendido da una donna a una disciplina che, sulle ali di “Million Dollar Baby”, accoglie sul ring ora anche diverse atlete. E chissà che Federica non possa raccontare presto il percorso del nostro “Eti” e della favola Skull Boxe. Maggie Fitzgerald era la “mo cuishle”, il tesoro, il sangue di coach Frankie Dunn, “A corta distanza” è un piccolo tesoro della letteratura sportiva, da conservare.