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Addio a Paolo Rossi, antidivo del calcio che ci ha fatto sognare al Mundial

Dopo un grandissimo numero dieci, scompare uno straordinario numero nove, l’eroe del titolo azzurro nel 1982

Addio a Paolo Rossi, antidivo del calcio che ci ha fatto sognare al Mundial

Inizia tutto dal «per sempre» della moglie Federica Cappelletti. Un addio social che sa di eternità, per permettere a tutti gli appassionati di sport di partecipare al dolore della famiglia e ricordarlo con affetto. Già, per sempre…perchè si ha la sensazione che i nostri eroi, sportivi o meno, possano essere tanto grandi e tanto forti dal non arrendersi all’incedere del tempo e alle malattie. Dopo un grandissimo numero 10 ci lascia uno straordinario numero 9, Paolo Rossi, per tutti “Pablito”. Un’eccezione spagnola certamente non casuale, perché lui, con la Nazionale di Bearzot, la terra iberica l’ha conquistata nel 1982, da eroe, da frontman implacabile di una selezione azzurra capace di superare gli scetticismi e conquistare uno storico Mondiale di calcio. “Pablito” è l’immagine iconica di quel trionfo, al fianco del presidente Pertini e della gioia straripante di Tardelli. Un eroe comune, capace di nascondersi in area di rigore e colpire come il più implacabile dei killer silenziosi del gol. Come Inzaghi, come Muller, un antidivo che non si è preso mai troppo sul serio e che ha superato, con l’intuito e la destrezza, i limiti tecnici e fisici al cospetto dei colossi che affrontava in campo.
In un anno funesto abbiamo salutato troppe persone, facciamo i conti con un presente denso di dubbi, ma quell’immagine, di Pablito con le sue esili braccia rivolte al cielo dopo il gol alla Germania, le riusciamo ancora a scorgere tra le nubi, come un raggio di sole. Quel sorriso, quell’emozione che noi e lui abbiamo provato, niente e nessuno potrà mai cancellarla.

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