Senza un presente, nè un futuro. Dopo settimane di pura follia la storia dell'Asti Calcio rischia davvero di venire cancellata per sempre, anche se le avvisaglie di un probabile tracollo,
Senza un presente, nè un futuro. Dopo settimane di pura follia la storia dell'Asti Calcio rischia davvero di venire cancellata per sempre, anche se le avvisaglie di un probabile tracollo, colpevolmente snobbato, erano già state date nei mesi antecedenti alla torrida estate biancorossa. Non è bastato ai calciatori e allo staff del club di via Ugo Foscolo onorare la maglia sino all'ultima giornata, nonostante una situazione economica lastricata di affanni, il "passaggio di testimone estivo" e una serie paradossale di vicissitudini ha fatto sì che i galletti perdessero la serie D a tavolino, dopo lo stop definitivo imposto dal Coni. Mentre hanno preso il via tutti i campionati, l'Asti ora attende di conoscere il diktat da Roma che li indirizzerà probabilmente verso la partecipazione in sovrannumero al campionato di Promozione, con inizio dell'avventura fissata per il prossimo weekend tra tanti punti di domanda, a meno che non finisca peggio (Prima Categoria).
Ripercorriamo gli ultimi passi della vicenda. Dopo lo "scorporo" del sodalizio (Asti Calcio FC e Pro Asti Sandamianese), il 70% delle quote della compagine è stato acquisito da Claudio Dondi, imprenditore mantovano dal curriculum più che dubbio. A metà luglio sono arrivate le dimissioni del presidente Roberto Mussano, constatata l'inaffidabilità del neo socio di maggioranza e visto il mancato pagamento dell'iscrizione al campionato. In emergenza, i versamenti sono stati poi effettuati con 36 ore di ritardo e hanno portato all'esclusione dalla serie D, nonostante fosse stata inviata una memoria difensiva con richiesta di proroga. L'ultimo e disperato tentativo dei dirigenti è stato quello di rivolgersi al Coni per la riammissione in D (tre le richieste: ammissione regolare, partecipazione alla D in sovrannumero, in ultima istanza l'iscrizione all'Eccellenza piemontese). I dirigenti dell'Asti Calcio Pier Paolo Gherlone e Luca Zilioli, segretario del club, sono scesi giovedì scorso a Roma per discutere del ricorso, ma il tentativo è andato a vuoto. L'avvocato della difesa Luigi Florio ha ribadito il concetto di "errore scusabile" quale tesi difensiva. In sostanza, l'iscrizione con 36 ore di ritardo al campionato è stato frutto di inadempienza di un soggetto privato (in questo caso Dondi), mentre il sodalizio di via Ugo Foscolo ha fatto il possibile per adempiere all'iscrizione, seppur fuori tempo limite.
Se Frattini, ex politico di Forza Italia, presidente del Collegio di Garanzia, è parso recepire la tesi difensiva, al contempo i galletti si sono scontrati con la rigidità dell'avvocato della Lnd. A non giocare in favore dei biancorossi sono state poi le dimissioni del presidente Roberto Mussano: «tutta la documentazione è stata inviata nei termini tranne il bonifico di iscrizione più volte promesso, ma ad oggi (era il 21 luglio, ndr) non ancora effettuato da parte della proprietà; sembra non ci siano i fondi per procedere. I termini sono scaduti, occorrerà presentare un ricorso sempre che detto bonifico venga effettuato entro il 22 luglio: termine perentorio. Sicuramente la squadra sarà sanzionata», dichiarava a luglio Mussano. E chiudeva con un preoccupato «lo staff dirigenziale non ha mantenuto gli impegni presi quindi, a malincuore, mi vedo costretto a lasciare la presidenza dell'Asti Calcio Footbal Club».
A condannare ulteriormente i galletti è stata poi la decisione del Coni di non accogliere in Lega Pro il Seregno: la presenza già di 20 squadre nel girone A e nel B di serie D ha fatto sì che diventasse improponibile l'iscrizione in sovrannumero al torneo dei biancorossi. Come confermato dall'avvocato Florio il tentativo di iscrizione attraverso il ricorso al Coni era una sorta di "mission impossible", anche se, osservando il comunicato ufficiale, che stabiliva i criteri per la presentazione della documentazione e della domanda di iscrizione al campionato, si denota come indicasse quale tassativa la data del 22 luglio, e, in caso di mancato pagamento, era definita una possibilità e non una certezza l'esclusione dal torneo. Al triplice fischio la partita dei galletti è comunque persa, il futuro ha i tristi contorni di un campionato minore, con una dirigenza e una squadra tutte la costruire.
Davide Chicarella