Nella scorsa stagione lattaccante albanese ha firmato 19 reti con i galletti. «Civeriati per me è stato più di un allenatore, lo ringrazierò sempre per avermi rilanciato». Oltjan Berberi tornerà nello stadio che lha visto esultare spesso da temuto ex, con la maglia del Chieri in cui milita un altro "ex", Tato Manasiev
Nel calcio, come nella vita, ci sono unioni che hanno qualcosa di magico, di indissolubile. La sensazione è che quella tra lAsti e il bomber albanese Oltjan Berberi avesse qualcosa di speciale. Arrivato in via Ugo Foscolo dopo un paio di stagioni sfortunate, è stato rilanciato in serie D dai biancorossi allenati al tempo da Stefano Civeriati ed è diventato a tutti gli effetti uno degli attaccanti più affidabili della categoria. Domenica tornerà nello stadio che lha visto esultare spesso da temuto ex, con la maglia del Chieri, formazione in cui milita laltro volto arcinoto dalle nostre parti, l "iron man macedone Tato Manasiev.
Oltjian, domenica ritrovi lAsti, una società che ti è rimasta nel cuore…
«Ho passato due anni fantastici coi galletti, grazie allesperienza in biancorosso mi sono rilanciato e per me questa sarà sempre una squadra speciale, quello di via Ugo Foscolo è un sodalizio che porto nel cuore».
La domanda a questo punto è dobbligo: come mai hai lasciato in estate questa formazione?
«Il cambio dirigenziale ha rallentato le operazioni di mercato e, purtroppo, quando sono stato contattato ormai avevo già firmato con la Novese».
Esperienza, quella alessandrina, che non si è rivelata fortunata: cosa ha girato storto?
«Eravamo partiti con grande ambizione, la società è solida, lallenatore bravo, i calciatori di qualità, eppure i risultati non sono arrivati. Ci sono stagioni in cui tutto gira storto, e non è facile raddrizzarle».
In dicembre è poi arrivata lopportunità Chieri che hai colto al volo…
«Il team di Sesia è stato quello che mi ha cercato con più insistenza, ho accettato felicemente questa proposta, col Chieri ho lopportunità di lottare per il salto di categoria, uno dei miei obiettivi stagionali».
In squadra hai anche un compagno speciale da queste parti come Manasiev: un pensiero su di lui e uno su Stefano Civeriati, lallenatore che ti ha rilanciato…
«Tato è un amico, è stato fuori un mese e mezzo per infortunio ma ora è pronto a tornare e sono convinto ci darà una grossa mano. Il rapporto che ho con Stefano va al di là di quello che cè normalmente tra giocatore e mister, lui ha creduto in me in un momento difficile, quando ero infortunato alla spalla. Il calcio è crudele, basta un anno negativo e tutti si scordano di te, Civeriati invece ha dimostrato grande umanità e lo ringrazierò per sempre. Se ora gioco a buoni livelli è anche merito della sua fiducia».
Che Asti troverai domenica di fronte a te?
«A inizio anno i galletti parevano in grande difficoltà, ora invece sono arrivati elementi di grande caratura e la formazione è competitiva. Sarà molto dura per noi, prevedo un match equilibrato».
Ultima domanda prima di lasciarti: un pronostico sulla corsa-salvezza e su quella per il salto di categoria?
«Sono convinto che alla lunga la Novese riuscirà a uscire dalle secche, ho lavorato un mese con mister Fasce e devo dire che è un allenatore di qualità. La corsa alla Lega Pro è indecifrabile, ci sono quattro squadre che hanno uguali possibilità di vincere il torneo, avrà la meglio la compagine che si dimostrerà più continua».
Davide Chicarella