Trent'anni di rettorato tra mille problematiche e difficoltà, prima fra tutte quella riguardante l'aspetto economico. Giancarlo Benedetti, guida storica del Comitato Palio di Canelli, sperava
Trent'anni di rettorato tra mille problematiche e difficoltà, prima fra tutte quella riguardante l'aspetto economico. Giancarlo Benedetti, guida storica del Comitato Palio di Canelli, sperava con tutte le sue forze che la positiva partecipazione alla corsa del 2015 andata in archivio con il raggiungimento della finale e la conquista del settimo posto, invogliasse le aziende locali a rivolgere un occhio benevolo al Comitato biancazzurro.
Invece Rettore tutto questo non è accaduto.
«Purtroppo no. Le aziende locali, mi riferisco soprattutto a quelle del settore enologico, continuano a disinteressarsi della partecipazione di Canelli al Palio. Ho già provato in tutti i modi e battuto ogni strada possibile per sensibilizzarle e portare a casa qualche soldino. Al riguardo potrebbe essere emessa regolare fattura, ma niente da fare. Tutti fanno orecchie da mercante.»
Quindi la partecipazione di Canelli al Palio è a rischio?
«Se non fosse per i fondamentali aiuti che ricevo da Michele Mazzeo e dal negozio di costumi "Principessa Valentina" di Asti avrei già mollato. Trent'anni sono tanti. Anni addietro facevo il costruttore e qualcosa si guadagnava. Di tasca mia coprivo le spese legate al Palio, pochissimi gli aiuti che ricevevo. Ora sono in pensione e con i tempi che corrono un occhio al portafoglio bisogna darlo. Anzi, due. L'amministrazione locale concede al Comitato la municipalità, una sorta di autorizzazione per correre il Palio, ma nessun aiuto economico. E pensare che gli altri sei Comuni che prendono parte alla corsa ricevono annualmente dalle rispettive amministrazioni importi variabili tra i 5 e gli 8mila euro. Canelli fa eccezione. Forse era meglio prendere la residenza da qualche altra parte, qui vicino, magari anche solo a Calamandrana.»
O a Nizza.
«A Nizza il Rettore Verri è all'opposizione in Comune, ma il Sindaco Pesce è un grande appassionato di Palio. Quando si tratta di dare un aiuto al Comitato i colori politici passano in secondo piano e maggioranza ed opposizione fanno fronte comune.»
Nel 2015 un consistente aiuto vi è arrivato dall'azienda Santero.
«Un aiuto decisivo. Avremmo voluto chiamare il cavallo 958 ma il nome (e marchio) era già stato utilizzato da un altro Comitato di Asti. Allora il nostro purosangue lo abbiamo ribattezzato Asti-Santero. Il Palio che è una vetrina pubblicitaria di primo piano, televisivamente, sul web e attraverso gli organi di stampa, a Canelli conta poco o nulla. Evidentemente a Santo Stefano Belbo hanno l'occhio un tantino più lungo. Ho già cercato di fare di tutto per risparmiare sulle spese del Comitato, inventandomi iniziative e quant'altro. Ora sono davvero stanco. Vorrei tanto che qualcuno si facesse avanti e prendesse il mio posto.»
Ultima domanda Rettore: nel 2016 il vostro fantino sarà nuovamente Massimo Columbu?
«Si. Mazzeo, che con l'altro vicerettore Chiarle e con Nervi fa parte della commissione corsa, me lo aveva fatto conoscere e devo dire che è un ragazzo eccezionale. Preparato e professionale. Ho piena fiducia in lui.»
Massimo Elia