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Sport

Bruno Senna, l’asso del volante sulle orme di zio Ayrton

Il pilota presente ad Asti per l’anteprima della mostra “Ayrton Senna 25” in scena dal 29 marzo a Palazzo Mazzetti

Bruno Senna, l’asso del volante sulle orme di zio Ayrton

«Se pensate che io sia bravo, aspettate di vedere mio nipote e capirete realmente quanto sono bravo». Era il 1993 e Ayrton Senna con queste parole caratterizzava le prospettive di un giovane campioncino. Sulle orme del famoso zio, eterna icona delle quattro ruote e della Formula 1, Bruno Senna si è creato il suo percorso e tolto parecchie soddisfazioni a livello agonistico. Volto pulito dell’alta velocità, ha posato a fianco di tanti appassionati di sport in un giovedì speciale per Asti, nel giorno della presentazione di «Ayrton Senna 25», la mostra che Claudio Giovannone, padrino per l’Europa dell’Instituto Ayrton Senna, ha voluto fortemente portare nella nostra città e che aprirà i battenti il 29 marzo. Il 21 marzo, giorno della nascita del brasiliano, l’anteprima della kermesse ha celebrato la vita di un asso del volante che ha fatto piangere una nazione intera nel giorno maledetto della sua scomparsa, a Imola il 1° maggio del 1994.
Bruno porta con se la dolcezza, la sensibilità e l’eleganza innata dello zio, frutto di un’educazione forte impartita dalla famiglia.
«E’ un ragazzo che ha sofferto molto, per la prematura scomparsa del papà e dello zio, ma la mamma Viviane, e i nonni lo hanno cresciuto in maniera formidabile. Sono certo che il nonno Wilson ancora oggi sia pronto a “metterlo in riga” se sbaglia». Con queste parole Claudio Giovannone l’ha presentato giovedì, ma chi è Claudio Giovannone per Bruno? «Definirlo una persona speciale è riduttivo – racconta il pilota nato nel 1983 – Se penso a Claudio il primo termine che mi viene in mente è famiglia. Lui, i suoi figli, sua moglie, sono parte della famiglia Senna. E’ una persona dotata di una straordinaria umanità, da sempre più votata a dare al prossimo che a ricevere. La sua generosità l’ha sempre espressa in tanti modi, comprese le iniziative attraverso l’Instituto che porta il nome di mio zio».

Articolo completo dell’intervista “Caffè con…” sull’edizione de La Nuova Provincia di martedì 26 marzo

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