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Sport

Bucefalo: «Il mio trentesimo Palio?
Potevo correrlo solo a San Rocco»

Il prossimo che correrà ad Asti sarà il suo Palio numero trenta. Non ne salta uno dal 1987, quando debuttò nella piazza sotto con la casacca di Nizza, chiamato in extremis a rimpiazzare

Il prossimo che correrà ad Asti sarà il suo Palio numero trenta. Non ne salta uno dal 1987, quando debuttò nella piazza sotto con la casacca di Nizza, chiamato in extremis a rimpiazzare Casula.
Maurizio Farnetani, otto vittorie in piazza Alfieri, indosserà nuovamente nel 2015 la casacca di San Martino San Rocco. «Giusto così – debutta il “Buce” – lì c’è gente che mi apprezza, che mi vuole bene. Una ricorrenza importante come quella dei trenta Palii dovevo onorarla con i due colori che mi sono entrati nel cuore: il bianco e il verde».

Una certezza, quindi: mai pensato di andare a correre da qualche altra parte? Si mormora che tu avessi ricevuto un’offerta allettante…
«Può darsi, chissà… magari qualcuno mi ha cercato. Ma io a San Rocco qualcosa penso di aver dimostrato, ho vinto un Palio per quella gente appena ieri l’altro, nel 2012. La riconoscenza, l’affetto, il cuore, sono aspetti che contano. Giusto che loro abbiano fatto delle valutazioni dopo il Palio 2014, l’importante però è che ci si sia ritrovati per andare a fare la più formidabile delle corse».
Che sarà l’ultima della tua carriera: perchè dopo il Palio 2015 ti ritirerai, vero?
«Può darsi, che ne so. Ancora non ho deciso. Finchè il fisico reggerà, finchè sarò in grado di montare a cavallo, io continuerò…. Come faccio ora a dirti se mi ritirerò?»

Non dir nulla allora. Però gli anni passano…
«E gli acciacchi se fanno sentì (in toscano, n.d.r.)… Ora ho l’influenza, ma per settembre dovrei guarire. Tutto rotto, una brutta bestia d’influenza, ma non mi sono mai fermato. L’ho combattuta andando al lavoro e montando a cavallo.»
Dalla tua c’è il fatto che pare che i vecchi siano tornati di moda. Che pensi del ritorno del Coghe? «Tutto il bene possibile. Grande scelta quella di Spandonaro e della Torretta. Massimo è uno che ha sempre continuato ad andare a cavallo anche negli anni in cui non è venuto ad Asti e puoi star certo che arriverà tirato a lucido, da vero protagonista. Un professionista. Lotterà per la vittoria. Massimo è un amico, quante battaglie con lui su quella piazza.»

Veniamo a note meno liete, ossia al Palio dell’anno passato. Tutto da buttare?
«No, per nulla. Ho provato a fare il mio. Il sorteggio ci ha infilati in una batteria difficile, una specie di finale. Oltretutto partivo alto… Dietro ho messo il Mulas, Gingillo e Carìa, non proprio gli ultimi. Ma non è bastato, perchè Martin, Pes e Pusceddu mi hanno battuto. Ma l’anno passato le cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto nella parte preparatoria al Palio. Sono stati commessi degli errori e io per primo ne ho fatti, che mi hanno impedito di rendere al massimo.»
Ma nel cavallo credevi…
«Si, ero sicuro che avrei saputo tirar fuori il meglio da lui. Era una scommessa, forte… Fino all’ultimo ho pensato che sarei riuscito a disputare un Palio di primissimo piano. Ma non butto via tutto, ho tanti anni sulla schiena ma l’esperienza del 2014 mi ha insegnato tanto».

E per il 2015? Purosangue?
«Qualcosa c’è, di interessante. Non voglio però parlarne per scaramanzia.»
Ti vedremo durante l’anno in qualche corsa in provincia? «Si, sicuramente. A marzo, aprile, parteciperò a qualche riunione di corse in Toscana, chissà, magari a Fucecchio. Poi mi piacerebbe salire ad Asti in occasione di qualche corsa allo stadio.»
In tanti anni di Palii ad Asti c’è qualcosa che avresti voluto fare e che non sei riuscito a portare a compimento? Un sogno nel cassetto, un desiderio rimasto tale…
«Certo che c’è, eccome. Il mio sogno è sempre stato quello di correre per la Cattedrale, un Rione che da tanti anni non vince. Io sono bravo in queste situazioni: vado in un Comitato ed interrompo lunghi digiuni di successi. Però la Cattedrale non mi ha mai cercato, chissà…. Forse Ciccio col sottoscritto ha avuto un po’ il “braccino corto”.»

La risata del “Buce” rimbomba nel telefono, accompagnata da un’imprecazione tipicamente toscana….
San Rocco ti aspetta, Maurizio.
«Si, giusto. E io so che farò bene. E possono stare tranquilli. La mia non sarà una girata. Io voglio vincere, scrivi proprio così, e ci metterò tutta la mia grinta e la mia capacità per centrare l’obiettivo. L’età non conta, quest’anno tutto si sta muovendo nel modo giusto. Maurizio per i suoi trenta Palii dimostrerà a tutti di essere ancora il Re della piazza.»
E’ a quelli che ti urlano “stattene a casa tua, sei vecchio, sei finito, che ti senti di rispondere? «Sempre la stessa cosa: ci si vede in piazza la terza domenica di settembre. Tutto il resto, parole, lazzi, insulti, provocazioni non contano nulla. Lavorerò duro e porterò ad Asti un gran cavallo. Io ho ancora voglia di far festa. Se vinco a 57 anni poi “ce parlo io con qualcuno”.»
Sibillino il Buce… l’influenza non gli ha smorzato la favella.

Massimo Elia

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