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Campionati da considerarsi chiusi: le impressioni delle società astigiane

Il presidente villans Venturini ipotizza una conclusione nel 2021 dei tornei, con eventuale Supercoppa creata ad hoc; la certezza riguarda le difficoltà economiche che costringeranno molti sodalizi a sparire

Campionati da considerarsi chiusi: le impressioni delle società astigiane

Impossibile pensare allo sport giocato al tempo del COVID-19. L’emergenza sanitaria attanaglia le vite e i pensieri di italiani e non, giustamente i campionati sono tutti fermi e destinati a non concludersi. Lo hanno annunciato a chiare lettere il rugby prima, basket e volley successivamente. Anche le Olimpiadi sono state rinviate di un anno, così come gli Europei di calcio. Impossibile pensare allo sport senza i sorrisi e l’entusiasmo degli appassionati, impossibile credere praticabile lo sport di fronte a una pandemia globale.

Il calcio non si è ancora arreso, stretto nella morsa dei possibili danni economici che l’annullamento di una Serie A o una Champions League comporterebbero, e probabilmente troverà il modo, forse a porte chiuse e in piena estate, di completare la stagione. Non la completerà il calcio dilettantistico, perchè non ci sono le condizioni sanitarie per poter ripartire. Bisognerà aspettare la serenità, avere la certezza di un vaccino e dellìinvulnerabilità degli atleti, servirà effettuare nuovamente le preparazioni. Il grande ostacolo, ipotizzando una ripresa dopo l’estate, sarà quello economico: i club sono sostenuti dalla passione di imprenditori che in molti casi si troveranno a fronteggiare enormi difficoltà economiche legate alle proprie aziende. Tanti sodalizi spariranno, altri dovranno ridimensionarsi. Servirà insomma tanta volontà e una enorme passione per evitare il collasso. E se si decidesse di concludere l’attuale stagione nel 2021? I risultati sinora ottenuti andranno cancellati? Questi alcuni dei quesiti a cui cercano di dare riposta gli addetti ai lavori.

ASD Asti

Tra le squadre più in forma prima dello stop imposto dalla pandemia globale che ci sta attanagliando figurava sicuramente l’ASD Asti di mister Davide Montanarelli.

La squadra di Ignazio Colonna, come ormai da alcuni anni a questa parte, dopo essere partita a singhiozzo macinava punti e successi nel girone di ritorno di Eccellenza, raggruppamento B. In piena zona playoff, con all’orizzonte la possibilità di avvicinare la vetta, dove Saluzzo e Derthona davano la sensazione di giocarsi le migliori carte nel tavolo a poker con in palio la promozione in Serie D.

Nelle ultime settimane la società biancorossa si è contraddistinta per la donazione di 1500 mascherine a diversi enti, confermando partecipazione e solidarietà verso chi in questo momento soffre e si trova a gestire una tragedia epocale.

Difficile, anzi, impossibile quindi parlare in questo momento di calcio giocato: «Sono abbastanza certo che i campionati siano conclusi – analizza il direttore sportivo Tony Isoldi – Forse ripartirà la Serie A, dove ci sono in ballo interessi economici enormi, ma non certo i campionati dilettantistici, dove non sussistono le condizioni di sicurezza per allenarsi e giocare».

«Pare anche possibile che si decida di considerare chiusi i campionati e tenere fede alle classifiche maturate – prosegue l’ex Albese – tuttavia ritengo più probabile l’annullamento della stagione. Dobbiamo anche tenere conto che il COVID-19, oltre a rappresentare un dramma sanitario mondiale, comporterà anche danni economici ingenti e, giustamente, molti presidenti daranno priorità alle loro aziende prima ancora che allo sport. Facilmente ci troveremo quindi di fronte a squadre che non si iscriveranno più ai tornei, e a mio avviso in questo caso avrebbe senso operare ripescaggi in base alle classifiche di questa annata», conclude Isoldi.

Canelli SDS

In casa Canelli SDS 1922 a riflettere sulla situazione è il ds Diego Priamo: «Premesso che siamo sempre nell’ambito delle ipotesi, è molto difficile, secondo me, pensare per il mondo dei dilettanti ad un ritorno in campo. Lo sport se e quando lo si potrà praticare sarà sicuramente di grande aiuto per superare questi mesi di difficoltà. Sono convinto che una ripartenza dell’attività sportiva non possa prescindere dall’individuazione di un vaccino o un protocollo di cura. Diversamente sarebbe una condizione insostenibile. Sui tempi di un’eventuale ripresa inciderebbero poi anche altre condizioni. Servirebbero almeno 15/20 giorni di allenamenti, al solo fine di limitare gli infortuni. A ciò occorre aggiungere le problematiche di carattere economico. Le società sportive dilettantistiche non sono realtà economiche produttive di utili, anzi, necessitato del sostegno di realtà imprenditoriali del territorio che sicuramente nei prossimi mesi saranno in grande difficoltà a rimanere attive e a mantenere i livelli occupazionali che avevano prima dell’epidemia. Una ripresa comporterebbe spese e condizioni, peraltro concentrate in un lasso temporale ristretto, che in pochi sarebbero in grado di sostenere. Ho letto di ipotesi che prevedono di giocare a luglio e agosto, ma occorrerebbero turni infrasettimanali. L’ipotesi di riprendere dopo l’estate comporterebbe secondo me una totale revisione della calendarizzazione. In molti sostengono una conclusione della stagione attuale, prendendo la classifica al 23 febbraio 2020 piuttosto che al termine del girone d’andata, ma il problema vero non è concludere o meno la stagione, ma quale responsi sportivi attribuirle in termini di promozioni e retrocessioni. Qualunque soluzione scontenterebbe tanti. Negli ultimi giorni riflettevo sull’annullamento della stagione, con titolo di precedenza delle prime in classifica al 23 febbraio 2020 nei ripescaggi e blocco delle retrocessioni, oppure promozione delle prime in classifica alla fine del girone d’andata e blocco delle retrocessioni. In quest’ultima ipotesi si potrebbe inoltre avere un aumento degli organici per le varie categorie che, con una forte riduzione delle tasse di iscrizione, potrebbe contemperare le esigenze di LND e società».

Pro Villafranca 1946

Una soluzione inedita, ma possibile e condivisibile, è quella che giunge dal presidente dell’Asd Pro Villafranca, Josi Venturini. «Purtroppo, in base a quello che ho appreso e continuo ad apprendere attraverso le informative dei medici, pare assolutamente impossibile auspicare una conclusione dei campionati – dichiara il massimo dirigente – Siamo di fronte a una “bestiaccia” non facile da sconfiggere. Lo sport giustamente passa in secondo piano, e si svolgerà solo quando saremo in grado di garantire la sicurezza sanitaria agli atleti. Ho la sensazione che non tutte le attività ginniche riprenderanno in contemporanea: ci saranno differenze tra sport di contatto e no, tra attività di squadra o meno, e verosimilmente non si ripartirà a pieno regime non prima di fine anno. Ovviamente mi auguro che le cose vadano meglio, ma occorre essere realisti». Quale la soluzione quindi? «Una ipotesi concreta potrebbe essere quella di far riprendere il campionato a gennaio 2021, completando così il torneo in corso. E’ un’idea che avrebbe senso perchè permetterebbe alle società di limitare le spese e al contempo ai calciatori di scendere in campo in sicurezza, quando questo incubo sarà passato. Bisognerà nel caso trovare una soluzione all’iscrizione al campionato e ai tesseramenti, ma è sicuramente una opzione. Dobbiamo ricordare tutti che nel dilettantismo i sodalizi sono sostenuti da mecenati che amano il calcio, che devono però anche fare i conti con l’enorme danno economico, oltre che sanitario, che l’onda del coronavirus porta con sè».

«Se invece riuscissimo a risollevarci prima da questa tragedia, e magari essere pronti in autunno, si potrebbe pensare a una Supercoppa, dove raggruppare le migliori due squadre per girone delle varie categorie. Una manifestazione nuova, dove giocherebbero le migliori compagini dei campionati. Va ricordato inoltre che per essere pronti a scendere in campo tutti i ragazzi avranno bisogno di un mesetto per effettuare nuovamente la preparazione», conclude Venturini.

Città di Asti

Tra gli sport maggiormente colpiti a lungo respiro dall’onda della tragedia COVID-19 figura certamente il calcio a 5. Un’attività che negli anni molto spesso ci ha abituato a ripescaggi e scioglimenti di società, anche a stagione in corso. Variazioni all’ordine del giorno nella normalità per la Serie A e l’A2, e attività legata allo schieramento in campo, soprattutto nelle categorie elevate, di moltissimi stranieri, per lo più sudamericani e brasiliani nello specifico.

Vista la situazione socio-economica attuale, è facile evincere come i campionati di futsal, uniforman dosi a basket e volley, non ripartiranno.

Il Città di Asti, nel Girone A di Serie A2, sognava per la seconda annata consecutiva la promozione nella massima divisione. Un appuntamento rimandato, dopo che nel 2018-19 i playoff erano svaniti nell’ultimo turno di regular season.

«Secondo me la lunga pausa ha annullato tutto il lavoro di preparazione effettuato a inizio stagione – ammette Gianfranco Lotta, anima pulsante del sodalizio di Roberto Formiglio, dg e coach della squadra – Occorrerebbe quindi rifare una preparazione di almeno 2/3 settimane. Vorrebbe dire riprendere a metà maggio o agli inizi di giugno. Il secondo problema sarebbe poi organizzare i rientri in Italia dei giocatori. Con tutte le problematiche dei loro Stati nell’eventuale rientro, i costi che aumenterebbero nella gestione, prolungando l’attività. La logica mi fa pensare che la soluzione giusta sia riprendere a settembre. Anche se non nego che non vediamo l’ora di poter ritornare sul parquet e lasciarci alle spalle questo incubo», conclude.

Orange Futsal

Il comun denominatore degli intervistati in base alla situazione del calcio e del calcio a 5 al tempo del coronavirus è uno: i campionati sono e restano da considerarsi conclusi. Manca la sicurezza sanitaria e mancano anche le condizioni economiche per completare una annata che comunque, visto il lungo stop, sarebbe falsata. E’ di questo avviso anche il direttore generale dell’Orange Futsal Asti di Serie B, Marco Caccialupi. La squadra campione d’Italia senior nel 2016, più volte a segno tra campionati e coppe anche in ambito giovanile, dove i nero-arancio rappresentano tuttora una certezza in ambito nazionale, un modello da imitare.

«In questo momento la priorità non è certo pensare alla ripresa dei campionati – commenta il dirigente – Impossibile tornare in campo prima di settembre-ottobre. La riflessione che va fatta è però quante squadre spariranno. Vale per il calcio a 5 ma anche per il calcio. Sono convinto che visto il dramma economico in cui versa la nazione molti presidenti faticheranno a sostenere i costi delle squadre, soprattutto nelle categorie superiori.

Bisognerà quindi per prima cosa capire sino in fondo quanti club avranno la possibilità di iscriversi e quali invece decideranno di non farlo, dopodichè si costruiranno i campionati per la stagione ventura. Ci saranno richieste di ripescaggio forse, e verranno così colmati gli spazi vacanti. Prima di pensare ai gironi quindi la priorità sarà valutare attentamente le defezioni e, a cascata, nasceranno i prossimi tornei. Noi, come Orange Futsal, resteremo in B, chi prima dello stop era ai vertici dei cadetti e dell’A2 potrà aspirare eventualmente a disputare il campionato più elevato».

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