Carlotta Guerreschi è da anni uno dei volti noti dello sport astigiano. Nipote di Sandro Salvadore, campione d’Europa 1968 con la Nazionale di calcio, apprezzato atleta della Juventus e compianto tecnico
Carlotta Guerreschi è da anni uno dei volti noti dello sport astigiano. Nipote di Sandro Salvadore, campione d’Europa 1968 con la Nazionale di calcio, apprezzato atleta della Juventus e compianto tecnico che ha allenato anche nell’Astigiano, ha vinto per ben tre volte il titolo italiano giovanile di salto in lungo. Ora studio e lavoro non le permettono di allenarsi adeguatamente per inseguire ancora quei risultati nell’atletica, ma le vie dello sport, si sa, sono infinite, e lei ha trovato un’altra strada per tornare a distinguersi.
Pochi giorni fa, è stata convocata nella Nazionale che disputerà a Swansea, in Galles, il World University Championship Rugby 7s, in programma da domani, mercoledì 6 luglio.
Già, forse non tutti sanno che Carlotta, dalla stagione da poco conclusa, gioca nella squadra femminile del Rugby Monferrato. Tanta voglia di imparare e la sua solita grinta le hanno permesso di cavarsela piuttosto bene anche con la palla ovale.
Carlotta, com’è andata la tua prima stagione da giocatrice di rugby?
«Direi bene, considerando che la squadra è stata messa in piedi quasi per gioco. Abbiamo preso parte al girone piemontese della Coppa Italia a 7, riuscendo a qualificarci per le Finali Nazionali, che abbiamo giocato a Calvisano, vicino Brescia, nel primo fine settimana di giugno. Siamo arrivate al 20° posto».
Ora sei stata convocata nella Nazionale universitaria per i Mondiali di rugby a 7, ma non è la prima volta che vesti la maglia azzurra…
«No, ero già stata chiamata in giugno per un torneo internazionale a Roma. In quell’occasione, ho potuto conoscere alcune delle altre dieci ragazze convocate: siamo un gruppo molto giovane, il rugby femminile in Italia non è tra gli sport più sponsorizzati, perciò si sta cercando di costruire guardando al futuro».
Riesci ancora a trovare spazio per l’atletica?
«Mi divido tra studio e lavoro e gli orari del campo di atletica non sono compatibili coi miei. Cerco comunque di continuare ad allenarmi, magari in pausa pranzo, per mantenere una buona condizione. Gran parte del merito di riuscire a fare bene col rugby lo devo all’atletica, anche se gli allenamenti di un tempo mi mancano. Il Palazzetto è sempre stato la mia seconda casa, quando non la prima».
Cosa ti aspetti dagli imminenti Mondiali di rugby?
«Il torneo sarà impegnativo perché si giocherà a tutto campo, mentre noi siamo abituate a giocare solo in una metà. Le nostre avversarie sono fortissime, Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Francia. Sono sicura però che sarà una bella esperienza, mi entusiasma soprattutto l’idea di vivere qualche giorno in un villaggio di sportivi provenienti da tutto il mondo che condividono la stessa passione e lo stesso spirito».
Luca Parena