Cerca
Close this search box.
Riva
Sport
Lutto

Un ricordo di Mario Riva, grande campione di tamburello

Vinse due scudetti, 1970 e 1972, con il Castell’Alfero
Si sono svolti nel pomeriggio di oggi, mercoledì , a Goito (Mantova) i funerali di Mario Riva, grande campione di tamburello, classe 1936, scudettato nel 1960 col Fiat Torino, nel 1970 e 1972 con il Castell’Alfero, oltre che vincitore di numerosi tornei e manifestazioni.
Mario Riva era nato il 3 marzo 1936 a Breonio, frazione di Fumane, sui monti Lessini, a nord di Verona, zona tipica, non solo per i buoni vini che vi si producono, ma anche per i tanti campioni di tamburello che vi sono nati e vi nascono anche oggi.
Mario iniziò a giocare a tamburello sulla piazza del paese: venne notato per la sua bravura da Giacomo Barlottini, che insieme a Renzi e all’avvocato Guerra, lo convinse ad andare a giocare a Genova.  Venne ingaggiato dalla società Sport Palazzo Superba che gestiva sia il campo all’aperto ricavato sulla riva della foce dell’Albaro, detto appunto la Foce, sia  quello al chiuso.
Riva arrivò a Genova nel 1956 e nella Sport Palazzo giocò con campioni del calibro di Caneva, Cagna, Furri e Bottaro. La formazione genovese, che l’anno prima con Mara aveva conquistato il gradino più alto del podio, quell’anno si classificò seconda dietro il Castellaro: Castellaro e Sport Palazzo, che nella prima partita-spettacolo pareggiarono 18-18, avevano concluso alla pari anche la regular season.
Fu necessario lo spareggio, sul campo neutro di Casale Monferrato, in piazza Castello. Fu una partita memorabile, nella quale fece il suo debutto per tutta la gara (prima aveva fatto la riserva) “un giovane e riccioluto biondino”: Mario Riva.

Mario si rifece pienamente nel 1960 quando vinse il suo primo campionato con la maglia rossa della Fiat Torino, dove era approdato nel 1958 e dove ritrovò gli amici-nemici Mara e Cagna, detto “braccio d’oro”, e con loro Bovi e Calosso. Vinse entrambe le gare di finale contro il Belladelli, 19-6 a Quaderni, 19-15 a Torino, e fu l’apoteosi.

La Fiat gli diede anche il lavoro (rimarrà a Torino per 34 anni, fino alla pensione). Rimase in Piemonte anche negli anni successivi, gli anni dei secondi posti dietro alla corazzata del Quaderni. Nel 1966 la Fiat Torino arrivò terza, poiché in seconda posizione si era inserita un’altra veronese doc, il Salvi dei fratelli Biasi.
Dal 1967 cominciò a frequentare i paesi del Monferrato, partecipò al torneo con il Gabiano e i due anni successivi col Montechiaro.
Il 1970 è un altro anno d’oro per Riva: col Castell’Alfero di Marello, Uva, Pentore e Casalone vinse sia il Torneo del Monferrato che il titolo italiano, superando Salvi e “Belladelli” Quaderni, finite ex-aequo al secondo posto.
L’anno dopo tuttavia il Castell’Alfero dovette inchinarsi di fronte alla superiorità della Ongari Marmirolo; Riva si rifece pienamente nel 1972 quando, assieme a Uva, Marello, Negro e Beppe Conrotto, riguadagnò il titolo nazionale, meritato frutto di una stagione durante la quale la squadra Sandro Vigna vinse 51 partite, comprese quelle dei vari paesi monferrini, sulle 53 disputate.
Nel 1973 rimase nel Castell’Alfero che invece l’anno dopo inaspettatamente si ritirò: Riva venne chiamato a giocare nell’ Ovada con Damoli, Farina, Tretter, Elio Tezza e Alberto Renzi. Allo sferisterio di Ovada il pubblico era sempre numerosissimo; la squadra alessandrina nel torneo conquistò il secondo posto a pari punti con Murisengo e Basaluzzo
Mario Riva si spostò poi a Casale Monferrato, società che aveva preso il posto del rinunciatario Viarigi. Qui giocò con Franco Capusso e Paolo Montresor, e nuovamente con uno scoppiettante “Cerot”, ovvero Aldo Marello. Nel Torneo del Monferrato il Casale si classificò al quarto posto, non riuscendo quindi a qualificarsi per le finali.
Alla fine del 1975 Riva, che nel frattempo aveva continuato a coltivare un’altra sua passione, il nuoto subacqueo, ebbe difficoltà, per qualche problema sanitario, ad ottenere il certificato di idoneità alla pratica sportiva agonistica. Concluse la sua brillantissima carriera prima nel Tonco e poi, nel 1979, nel Murisengo.
Nel 1994, raggiunta l’età del pensionamento, si trasferì a Goito, il paese della moglie. E qui Mario Riva ha trascorso tutti i restanti anni della sua vita, non disdegnando puntate in Liguria ed in Piemonte ad incontrare i vecchi amici e soprattutto a Breonio, il suo paese natìò.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale