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Asti 2010-2011
Sport

Correva l’anno 2011…i galletti e il più bel calcio degli ultimi anni

La bella favola dell’Asti di mister Civeriati, secondo da neopromosso in Serie D: i gol di Nohman, la classe di Celeste e Incontri, l’emergente Mogos

Correva l’anno 2011…i galletti e il più bel calcio degli ultimi anni

Un piccolo gioiello sportivo, un capolavoro di armonia e tecnica come raramente si è potuto ammirare nel calcio dilettantistico. L’Asti del 2010-11 è probabilmente la più bella espressione sul rettangolo verde che la nostra provincia abbia ammirato negli ultimi trent’anni. Una macchina perfetta guidata dal giusto timoniere, che ha sfiorato la storica promozione in Serie C. Un capolavoro imperfetto? Forse, ma tanto bello da venire ammirato a prescindere dal risultato, soprattutto alla luce di quelli che erano i presupposti di inizio anno.

Nel maggio del 2010 i galletti tornavano in Serie D per merito di mister Marco Fornello, l’estate ha portato con se nuovi innesti dirigenziali e novità a livello tecnico. Una rosa rivoluzionata e ambiziosa, in dirigenza, unitamente all’imprescindibile triade storica composta dal presidente Gianmaria Piacenza, Remo Turello e Piero Chiesta, due nuovi innesti alessandrini, Massimo Colla e Alessandro Baistrocchi; Tony Isoldi quale ds della formazione.

Il campionato

La neopromossa è stata autrice di un campionato costantemente ad alto livello: un mercato scoppiettante, grazie agli innesti del capitano e leader difensivo Raffaele Merzek, ex Udinese ed Entella, del bomber Daniele Nohman, ex Acqui, dell’astigiano doc Tato Manasiev, reduce dalla parentesi al Savona in C, e del jolly di grande qualità Claudio Poesio, che, dopo la parentesi sfortunata alla Pro Settimo, grazie a una annata strepitosa con i galletti divenne, ed è tuttora, uno dei calciatori più apprezzati in Serie D. Un Asti ambizioso, e ricco di scommesse vinte, come il rilancio di Oltjan Berberi, voluto fortemente da Civeriati e reduce da un infortunio alla spalla, la valorizzazione di Alessandro Basso tra i pali, l’intuizione geniale dell’innesto di Andrea Incontri, cui venne affidata la regìa della squadra a dicembre, con l’addio di Odino. Quell’Asti era di qualità e opulento: Giacomoni, Staffolarini, Merzek e Donato, oltre a Lisa, in difesa, Agnesina, Maiese, Celeste e Vasile Mogos, ora a Cremona in Serie B e in nazionale romena, come under extralusso (e il “motorino” Rizzo come alternativa super), Nohman come certezza in attacco. Una grande rosa, allenata splendidamente da un esteta della panchina come Stefano Civeriati, il cui complemento ideale era Alessandro Sala, molto più che un semplice vice.

Articolo completo sull’edizione di martedì 9 giugno del nostro giornale, disponibile anche in digitale

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