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Dino Pes: «Un’immensa gioia la chiamata del Rione Cattedrale»
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Dino Pes: «Un’immensa gioia la chiamata del Rione Cattedrale»

Sembrava destinato a restare fuori dai giochi, poi due settimane fa l’ingaggio da parte del Rione Cattedrale

Serietà, tecnica e professionalità, tre virtù che da sempre contraddistinguono Dino Pes, uno dei fantini più apprezzati del panorama paliesco. Dopo le due finali disputate col giubbetto di San Secondo nel 2014 e 2015, entrambe (per diversi motivi) poco fortunate, “Velluto”, questo il soprannome di Pes, non ha ottenuto la riconferma dal Rione biancorosso e pareva destinato ad Asti a restar fuori dai giochi. Un paio di settimane or sono però la situazione per lui è radicalmente cambiata, poichè il Rione Cattedrale, in seguito alla decisione presa da Silvano Mulas di rinunciare ai Palii per dedicarsi esclusivamente alle corse in ippodromo, lo ha ingaggiato.

Dino, una chiamata attesa quella che hai ricevuto dal Rettore Arnone oppure ti è giunta inaspettata?

«Con la Cattedrale sono sempre stato in ottimi rapporti e quando nei mesi scorsi mi hanno chiesto se ero disponibile a montare qualche cavallo nelle corse in provincia ho accettato. Anche con Silvano Mulas i rapporti sono sempre stati ottimali. E’ un amico. In occasione delle corse di maggio allo stadio credo di aver fatto appieno il mio dovere vincendo quattro gare. Gli sviluppi successivi ovviamente sono stati per me inattesi, ma quando la dirigenza biancazzurra mi ha chiesto di montare ad Asti ho accettato al volo. Con immensa gioia.»

Negli ultimi due Palii in Piazza Alfieri la fortuna non ti è stata granché amica.

«Vero, due finali conquistate ma purtroppo la malasorte ci ha messo lo zampino e in entrambi i casi non ho potuto in pratica gareggiare.»

Parliamo della tua stagione, del 2016.

«Direi bene, finora sono molto contento. In provincia tutto ha girato a meraviglia, nei Palii sono arrivato secondo a Fucecchio e in coppia con Chessa ho vinto a Castiglion Fiorentino. Unico neo direi Legnano, dove non sono riuscito a superare la batteria. Ho sbagliato in partenza e non sono più riuscito a risalire.»

Prossimi impegni?

«Domenica non andrò a Casole, pur avendo un buon feeling con la pista dove ho trionfato l’anno passato. Mi sto concentrando per il Palio di Bientina di domenica 17, nel quale difenderò i colori della Contrada Centro Storico.»

Parliamo di cavalli: ad Asti hai già montato il grigio, ma in ottica paliesca hai altre alternative?

«Vedremo con la dirigenza della Cattedrale. Io in scuderia ho un purosangue, che reputo interessante. Inoltre Silvano di recente ha preso un cavallo nuovo. Cercheremo di prendere la decisione migliore, la più opportuna.»

Con Siena com’è la situazione Dino? Girava voce che per te ci fosse uno spiraglio per montare a luglio.

«Non ho santi in Paradiso, la mia arma migliore è il lavoro. Conosco bene le dinamiche di Palio e proprio per questo ho imparato a non farmi illusioni. Se qualche Contrada penserà a me mi farò trovare pronto.»

A luglio a Siena hai portato la tua Ondina Prima.

«Si, ma correrà a Bientina domenica 17, per cui ad agosto non la riproporrò.»

Hai anche altri mezzosangue di spicco?

«Robolt, un cavallo che quest’anno mi ha regalato belle soddisfazioni.»

Per chiudere: parlami brevemente della Cattedrale… «Che dire? Hanno avuto fiducia in me, si sono sempre comportati correttamente. Il rapporto nel tempo è andato rafforzandosi e sono molto felice di poter indossare i loro colori ad Asti. Sono venuti a salutarmi anche a Siena in occasione del Palio, una cosa che mi ha fatto molto piacere. I ragazzi mi hanno incitato.»

Sai che la Cattedrale non vince dal 1977?

«Sì, lo so. E stai pur certo che ce la metterò tutta per interrompere questo quasi quarantennale digiuno.»

Massimo Elia

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