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Emanuele Testardi
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Emanuele Testardi, un ex Serie A per il Canelli SDS di Scavino

Il nuovo attaccante, classe 1990, ha giocato con Cassano e Pazzini alla Sampdoria

Dalla Capitale a Genova, sponda Samp, per poi toccare il nord Italia, la Sicilia, l’Ungheria e l’Australia, fino a raggiungere il Piemonte, e, da poche settimane, Asti.

Ci sarebbe da scomodare la penna di Jules Verne per raccontare il percorso calcistico di Emanuele Testardi, di professione bomber, neo acquisto di altissimo livello del Canelli SDS 1922 del patron Bruno Scavino. Un percorso il suo, caratterizzato da alti e bassi, una carriera ricca di momenti magici e qualche rimpianto, sempre contrassegnata dall’amore per il pallone. Un amore che sembrava a un tratto perdersi, e che oggi ha ritrovato, con entusiasmo, per una nuova avventura, in riva al Belbo, accanto a mister Massimo Gardano, che ha avuto al suo fianco nella fruttuosa esperienza in Serie D, a Gozzano.

Emanuele, sei senza alcun dubbio il grande acquisto invernale del calcio di Eccellenza piemontese: da quel che ci risulta però il ds Diego Priamo ti aveva già contattato l’estate scorsa…

«In effetti è così, era però una fase particolare della mia vita. Ero fermo da qualche mese e non mi sentivo pronto a tornare in campo, inoltre mi stavo concentrando sull’aspetto lavorativo, e ho preferito declinare l’opportunità. La pandemia ha fermato invece i campionati, e ora sono pronto a ripartire, con entusiasmo».

Hai già iniziato ad allenarti con i compagni del Canelli SDS?

«Sì, sono giorni che svolgiamo sedute tecniche particolari, nel rispetto delle norme anti covid. Passando ora in zona gialla intravediamo speranze di ripartire con i tornei».

Dalle tue parole si evince come stiate fremendo per tornare alle gare…

«In Serie D si gioca, e credo che qualcosa si debba fare per dare continuità ai campionati attraverso i meccanismi di retrocessioni e promozioni. Si parla di solo girone d’andata con playoff allargati a otto squadre, per ora però sono solo ipotesi».

Come è stato l’impatto con i nuovi compagni?

«Le sensazioni sono ottime, conosco mister Gardano, ma anche Dario Campagna, mio compagno in Lega Pro, e Lorenzo Simone, dai tempi della Serie D. La squadra è competitiva».

Abbiamo parlato del tuo presente ma occorre fare anche un salto nel passato, per raccontare al meglio il tuo percorso calcistico. Che ricordi hai della Sampdoria? Nei nostri occhi c’è l’immagine di te, appena maggiorenne, che sfiori il gol capolavoro contro la Juventus…

«Un’esperienza straordinaria, arrivare in Serie A a diciotto anni è un sogno di bambino che si realizza. Ero in squadra con Cassano e Pazzini, nella Samp che raggiunse la Champions League, allenata da Delneri. Avevo grandi aspettative, il mio percorso è stato poi segnato da momenti belli e altri più complessi».

Com’era essere allenati da Delneri e giocare al fianco di “Fantantonio” Cassano?

«Il mister aveva un vice, Conti, molto preparato. E’ di pochissime parole. Cassano è invece un fenomeno assoluto, tecnicamente incredibile. Carattere particolare, diciamo, del resto non fosse stato così avrebbe vinto il Pallone d’Oro».

Intervista completa nell’edizione di martedì del nostro settimanale

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