Sull’elenco ufficiale della Figc il suo nome è, in ordine alfabetico, in mezzo a quelli di Nicola Pozzi (attaccante da oltre 130 presenze in Serie A) e di Daniele Pradè (ds della Fiorentina). Francesco Pracca, astigiano originario di Piovà Massaia, è uno dei più giovani abilitati dalla federazione a ricoprire il ruolo di direttore sportivo per una società di calcio professionistico in Italia.
Ci è arrivato dopo una laurea magistrale in Management delle attività sportive all’Alma Mater di Bologna e, da lì, dopo il corso specifico organizzato dal Settore Tecnico di Coverciano. Un cammino lungo, impegnativo, che fino a un paio di anni fa era ancora più esclusivo, racconta Francesco: «Fino a poco tempo fa era una strada aperta solo agli ex calciatori professionisti. Per quanto le competenze di economia, finanza, diritto siano necessarie per amministrare una società come direttore sportivo, il solo modo per arrivarci era aver giocato per squadre importanti. Ora però questo mondo sta cominciando ad aprirsi».
Per avere l’abilitazione, Pracca ha superato un esame fatto di prove di analisi tecnica, domande di economia e su argomenti giuridici. Ha presentato una tesi con un progetto di business pensato per l’Asti Calcio, con la proposta di un modello di collaborazione tra le società sportive della provincia e le scuole. Un lavoro che potrebbe dare degli spunti di riflessione. Quanto è difficile però avere l’occasione di diventare direttore sportivo di una società professionistica? «È una strada in salita – risponde Francesco Pracca – intanto porto avanti delle collaborazioni per offrire modelli di business sostenibili, anche per sponsor di squadre di Serie A. Sono lavori che mi permettono di continuare a coltivare una passione e un sogno».