Il 20 febbraio scorso ha compiuto 70 anni una vecchia “bandiera” dell’Associazione Calcio Asti in Serie D, vale a dire Maurizio Zanutto, nato a Torre di Mosto (Venezia) ma arrivato nell’Astigiano quando era ancora bambino. Mai espulso in carriera, Zanutto ha giocato a lungo come terzino nella nostra città, con la maglia granata dell’Astimacobi a partire dal 1969 e con quella biancorossa dell’Asti dal ’74 all’80. Sono 336 le sue presenze in campionato (la prima in Serie C nel match interno contro il Treviso).
Laureatosi campione d’Italia “Berretti” nel 1972, il capitano dell’Asti aveva ottenuto il gettone di presenza numero 300 il 1° aprile del ‘79 in occasione della sfida di Serie D Asti-Entella Chiavari. Ad imporsi per 3-0 furono i galletti allenati dall’indimenticabile Raffaele “Lino” Cuscela.
Maurizio ricorda così il suo passato in terra astigiana: «Mi affascinava in modo particolare il calore del pubblico. Sentivi infatti la vicinanza della gente. Tra i miei ricordi più belli figura anche la vittoria (1-0) ottenuta al Comunale da una mista Asti-Torretta Santa Caterina nell’amichevole con la Nazionale della
Grecia, che stava per debuttare agli Europei di Italia ’80».
Fino al ’72 hai avuto come compagno di squadra Giancarlo Antognoni, che è andato poi alla Fiorentina…
«All’inizio dividevo la camera proprio con lui. Era abbastanza taciturno, ma andavamo d’accordo».
E’ vero che hai preferito restare ad Asti per non perdere il posto in fabbrica?
«Assolutamente no. All’epoca c’era però il vincolo a vita, e le richieste del presidente Bruno Cavallo venivano considerate eccessive. Non mi sarei certo tirato indietro se avessi avuto l’opportunità di giocare in Serie A o in Serie B».
Zanutto è stato anche allenatore, e fino alla stagione 2019-2020 ha guidato i Giovanissimi B della SCA. Quanto ti manca il calcio in questo lungo periodo di emergenza sanitaria?
«Manca a me ma soprattutto ai ragazzi, i quali si sono trovati all’improvviso rinchiusi in casa senza avere la possibilità di giocare. Comunque, l’augurio è quello di poter riprendere l’attività in sicurezza».
Quando tornerai ad allenare e, di conseguenza, a trasmettere la tua preziosa esperienza alle nuove leve del calcio nostrano?
«Spero di poterlo fare al più presto, ovviamente in tutta tranquillità, e questo grazie anche al vaccino anti-Covid».
Maurizio Zanutto è sposato con la signora Carla e ha una figlia, Isella, che pratica l’equitazione.
Una risposta
Grandissimo uomo,ho avuto l onore di conoscerlo come allenatore ,il quale sono rimasto affascinato perché oltre a essere un allenatore bravissimo era anche un padre..sempre disposto ad ascoltarti ,poteva essere severo ma nello stesso tempo ti dava sicurezza…