Grande partecipazione e bella serata di aneddoti, ricordi e curiosità a tinte granata: la “Pinta di Sport” del FuoriLuogo andata in scena mercoledì non ha certo deluso le attese. Sul palco del centro culturale di via Govone sono saliti Riccardo Bisti, giornalista e telecronista di Eurosport, Clara Mondonico, figlia dell’indimenticabile tecnico, e il formidabile Gianluigi Lentini.
Nell’occasione è stata presentata l’ultima fatica editoriale di Bisti, “Il Toro di Amsterdam” (Milieu Edizioni, disponibile in libreria e su Amazon), un volume dettagliato che ripercorre, attraverso le testimonianze di atleti e staff, la favolosa cavalcata dei granata sino alla finalissima di Coppa Uefa contro l’Ajax. “Il legno colpito da Sordo nel finale di partita fa ancora male. Abbiamo perso la coppa con due pareggi e tre pali colpiti ed è stata dura passare oltre, per molto tempo – ricorda Lentini – La nostra era una grande squadra e sono convinto che se fosse rimasto inalterato l’organico avremmo potuto raggiungere grandi traguardi”, commenta il frontman di un formidabile collettivo guidato da Emiliano Mondonico. Il presidente del Torino dell’epoca era Gianmauro Borsano, poi travolto dal crack finanziario delle sue società: “Papà disse al presidente che era disposto a restare al Torino anche in caso di cessione di tanti big – rammenta Clara Mondonico – Quella Coppa Uefa per me l’abbiamo vinta, ho ricordi indelebili del successo in semifinale contro il Real, delle trasferte con la squadra, di quando sono salita sull’aereo senza aver mostrato il biglietto, stretta al fianco di mio padre, per tornare a Torino dopo la trasferta in Spagna. Di Borsano si è scritto e detto tanto, ma, nel mio piccolo, posso sottolineare che è l’unica persona che quando è scomparso mister Mondonico ha comprato una pagina di un quotidiano per ricordarlo. Un bel gesto verso una persona con cui aveva compiuto un grande percorso”. Esperto di tennis, Bisti nel suo libro ha raccontato minuziosamente aneddoti e curiosità di quella stagione: la mitica sedia alzata al cielo nella finale (“un gesto di cui papà si pentì”, sottolinea Clara Mondonico), l’importanza di atleti come Luca Fusi, la durezza delle trasferte, come quella ad Atene: un lavoro dettagliato e coinvolgente. Se il Torino e Lentini fossero dei tennisti, chi sarebbero? “Il Torino somiglia a Del Potro, sfortunato e tenace, Lentini potrebbe somigliare al compianto Gerulaitis”, chiosa Bisti. Sipario su una bella serata di calcio in una location magnifica: qualunque fede calcistica abbiate, quel Torino sapeva emozionare e scaldare i cuori di ogni appassionato di sport. Orgoglioso, tenace, combattivo e di qualità, come il suo compianto condottiero.