Vasile Mogos, nato in Romania, passato per San Damiano per poi sbocciare ad Asti, e arrivato ora in serie B, grazie a un accordo pluriennale con l’Ascoli Picchio
“Tutte le mattine, in ogni angolo del mondo, dalla praterie dell’Islanda ai confini della Terra del Fuoco, dalla Siberia più orientale al Brasile, il calcio abbraccia i cuori di miliardi di uomini che si svegliano”. E proprio il cuore è un elemento fondamentale nel raccontare la storia di un giovane uomo, Vasile Mogos, nato in Romania, passato per San Damiano per poi sbocciare ad Asti, e arrivato ora in serie B, grazie a un accordo pluriennale con l’Ascoli Picchio. In mezzo, tanti anni di sacrifici, successi e delusioni, momenti complessi, una famiglia sempre presente nel suo percorso agonistico, e un padre “acquisito” come Remo Turello. I suoi consigli, il cuore di Vasile, uniti a un innato atletismo, l’hanno accompagnato verso un nuovo punto di partenza perché, come dice l’ex dirigente dei galletti, ora viene il momento di “pedalare ancora più forte”.
Vasile, l’Ascoli e la serie B sono un grande traguardo: come è nata la trattativa col club bianconero? E’ vero che su di te c’erano anche club di serie A?
«La B è un grande traguardo non soltanto per me, ma per tutta la mia famiglia e i miei amici più cari. La trattativa è durata un po’ di tempo, ma quando il ds Giaretta mi ha voluto incontrare per espormi il progetto dell’Ascoli Picchio, non ho esitato un attimo e sono contento che alla fine sia approdato in questo club, nonostante si siano inserite altre squadra, anche di massima serie. La volontà mia e del mio procuratore è stata quella di sposare il progetto Ascoli piuttosto che andare in serie A per poi essere girato altrove in prestito».
Nell’Ascoli gioca uno dei talenti più luminosi del calcio italiano, Orsolini, futuro calciatore della Juventus. E’ vero che per caratteristiche assomiglia a Robben?
«E’ un grandissimo giocatore, oltre ad essere una persona umilissima e splendida. Questo è quello che ho percepito in questa settimana di allenamenti insieme. Credo sia un calciatore unico nel suo genere».
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Davide Chicarella