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Laghat, storia di un cavallo
normalmente diverso

Laghat: “Il cavallo normalmente diverso”, Pacini Editore, è il titolo del libro che il giornalista Enrico Querci (consulente di eventi ippici, cronista di corse estere e conduttore televisivo,

Laghat: “Il cavallo normalmente diverso”, Pacini Editore, è il titolo del libro che il giornalista Enrico Querci (consulente di eventi ippici, cronista di corse estere e conduttore televisivo, nonchè ex corrispondente del giornale “Trotto & Turf” e attuale apprezzato speaker dell’ippodromo pisano di San Rossore, impianto di cui cura la parte legata alla comunicazione) ha presentato sabato in Comune. L’appuntamento, organizzato dal gruppo “I Cavalieri di Valtriversa” coordinato da Walter Brignolo, godeva del patrocinio del Comune di Asti. Sono intervenuti il sindaco Fabrizio Brignolo, Maria Ferlisi, presidente del Consiglio Comunale, ed Enzo Clerico, Capitano del Palio.

Nella sua prima fatica letteraria Querci ha raccontato la toccante storia di Laghat, uno stupendo puledro in possesso di tutte le caratteristiche per diventare un campione: albero genealogico di alta caratura e morfologia perfetta. Una malattia che colpisce il cavallo all’età di un anno e mezzo lo menoma però gravemente, rendendolo totalmente cieco da un occhio e compromettendo quasi del tutto anche la funzionalità dell’altro. Enrico Querci ha sintetizzato per i numerosi intervenuti (presenti alcuni Rettori del Palio) il contenuto della sua opera, sottolineando come sul suo cammino Laghat abbia incontrato persone che con il loro affetto gli hanno permesso di diventare un cavallo eccezionale.

In carriera il purosangue ha disputato 123 corse, vincendone 26 e giungendo 17 volte secondo. «Risultati eccezionali», come ha evidenziato Querci, che si è più volte soffermato sugli insegnamenti che Laghat ci ha fornito, su «…quanto può diventare normale essere diversi… Un libro che tutti dovrebbero leggere, appassionati di ippica e non, scritto con competenza e partecipazione, ricco di insegnamenti e sfumature che lasciano il segno. Splendida la prefazione di Claudio Icardi: «Il libro è un inno alla fiducia, il grido sempre poco ascoltato di chi ritiene la diversità un arricchimento e non una barriera.»

Massimo Elia

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