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Massimo Coghe: «Palio di Asti?Non so se ci tornerò, però...»
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Massimo Coghe: «Palio di Asti?
Non so se ci tornerò, però…»

«Non ti immagini quanto mi siano girate le “scatole” nel lasciare piazza Alfieri, quella piazza, con la luce, con il sole ancora alto… Una sensazione nuova, inaspettata, per certi versi

«Non ti immagini quanto mi siano girate le “scatole” nel lasciare piazza Alfieri, quella piazza, con la luce, con il sole ancora alto… Una sensazione nuova, inaspettata, per certi versi terribile. Gli altri ancora lì, a giocarsi il successo, il sottoscritto invece che tornava in scuderia (a scuderia, come dice lui, n.d.r.). A rientrare in scuderia in anticipo è stato Massimo Coghe, fantino della Torretta nell’ultimo Palio, tornato ad Asti dopo un’assenza di quattro anni. Massimo non è banale, mai, sia nel parlare che nei comportamenti. Gli chiedo delle emozioni provate nel tornare su quella pista, delle aspettative…

«Non ho provato emozioni particolari, ho alle spalle tanti, tantissimi Palii. Pensavo di poter fare una corsa di un certo tipo, non ci sono riuscito, peccato…»
Quali erano i tuoi obiettivi?
«Volevo la finale, a tutti i costi. Potevo raggiungerla. Sono onesto, ambire più in alto non era possibile. Per la vittoria non c’erano dubbi, l’accoppiata che ha trionfato era inavvicinabile. Però, però….»
Però?
«Però se superavo la batteria avrei fatto la mia parte, non avrei corso da comparsa.»
Invece la finale è sfumata. Come mai?
«Perchè non sono partito, ho sbagliato. Si, ho sbagliato a ragionare in un certo modo. Tre o quattro nella mia batteria forzavano, non vedevo la mossa matura, aspettavo che si verificassero situazioni che conosco da sempre. Poi il canapo è andato giù e io ero certo che Bircolotti avrebbe annullato col mortaretto. Invece no, eccolo il mio errore. Sono partito dietro e non ce l’ho fatta a risalire.»

Tensione?
«Quella la controllavo, posso dire di essermi anche divertito nei tre giri, non ho avuto problemi nel misurarmi con gli altri. Ma questo per me non ha costituito una sorpresa. Io non ho mai smesso di andare a cavallo, per cui….»
Amaro in bocca?
«Beh, si, tanto. Ho voluto tornare e avrei voluto lasciare un segno. Sta lì l’amarezza, nel non essere riuscito a farlo.»
Conoscendo la tua cocciutaggine e la tua caparbietà certamente il prossimo anno sarai al canapo…
«No, ora come ora no. Non credo. Le probabilità di riprovarci ad Asti sono davvero esigue….»
Non lasci aperto neppure un piccolo spiraglio?
«Ad oggi no, poi… chissà. Ma è tutto ancora prematuro, dovessi decidere adesso non tornerei.»
Parlami della Torretta…
«Giornate meravigliose, con gente entusiasta, Mi hanno fatto sentire tutto il loro calore in ogni momento e situazione. Pur non facendo risultato ho ricevuto lo stesso trattamento che mi avrebbero riservato se avessi vinto. Avevo accettato di andare alla Torretta per diversi motivi: personali, legati a motivazioni particolari, il rapporto con il Rettore Spandonaro… Sono ambizioso e volevo presentarmi competitivo al massimo. Quando accettai l’offerta della Torretta sapevo bene a quale impegno e a quali problemi andavo incontro…»

Ma tutto poco alla volta si è appianato. Oppure no?
«Col passare del tempo i problemi sono spariti ed ero sempre più ottimista. Un piccolo rammarico ce l’ho: non aver potuto disporre e lavorare con i cavalli come avrei desiderato.»
Il purosangue col quale hai corso ad Asti era debuttante in piazza…
«Si, in pratica sono stato costretto dalle situazioni a reperire un purosangue in tempi brevi. Non voglio scendere nei particolari, ma con un po’ più di tempo a disposizione per preparare il cavallo avrei potuto ottenere dallo stesso una prestazione migliore. Con il soggetto portato ad Asti potevo andare in finale, riuscirci sarebbe stato vincere il mio Palio.»
Avevi rinunciato ai Palii, poi hai cambiato idea. Ma hai già deciso che cosa farai da grande? Grande d’età intendo, non di statura…
«Avevo capito – ride Massimo – anche se vorrei tanto essere alto come un giocatore di basket. Beh, in cuor mio serbo tanti desideri. Ho molti sogni. Ogni tanto programmo qualcosa e chissà che dietro l’angolo non ci siano novità.»

Posso azzardare? Conoscendoti un pochino dico che il prossimo anno sarai nuovamente al canapo…
«Manca un sacco di tempo… però, chiudere con l’amarezza di essere andato a casa col sole alto… Vedremo, dai.»
Formidabile “Massimino”, uno che ad Asti ha indossato i giubbetti di otto diversi Comitati (San Lazzaro, San Martino San Rocco, San Marzanotto, Tanaro, San Paolo, San Secondo, San Damiano e Torretta) ed ha trionfato in cinque circostanze: tre volte per San Lazzaro (1987, 1999 e 2001), una per Santa Maria Nuova (2009) ed una per San Damiano (2011).

Massimo Elia

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