Matteo Civarolo, dal punto ATP all’exploit di Mager a Rio
L’enfant prodige del tennis astigiano è cresciuto, vincendo ancora, in un nuovo ruolo. Matteo Civarolo, talento di spicco della racchetta, capace di conquistare un punto ATP a soli 17 anni, oggi sviluppa talenti, nel ruolo di coach. Un mestiere che svolge con grande passione in Liguria e che sta dando frutti straordinari. Il suo Tennis Sanremo è un vero e proprio fiore all’occhiello del movimento del nord Italia: il padre Riccardo è presidente del circolo dal 2010, e Matteo è il riferimento tecnico che in pochi mesi ha creato un team di allenamento di assoluto livello. La settimana appena trascorsa ha rappresentato uno straordinario punto d’arrivo, e ripartenza: Gianluca Mager, che lavora stabilmente con Civarolo e Flavio Cipolla, ha raggiunto la finale nell’ATP di Rio. Matteo e il suo pupillo possono festeggiare uno “scalpo” d’eccezione come quello di Dominic Thiem, superato nei quarti di finale, oltre che la conquista della settantasettesima posizione al mondo.
Matteo, torniamo a due anni e mezzo fa, quando tu e Mager avete iniziato a collaborare. Su cosa avete lavorato per arrivare a competere con i migliori tennisti al mondo?
«Gianluca è un talento innato. I suoi colpi sono tecnicamente perfetti, il nostro primo obiettivo è stato lavorare sulla tattica, per rendere più efficace il suo gioco. Abbiamo insistito sul diritto, rendendolo più aggressivo, visto che spesso Mager preferiva utilizzare il rovescio, un colpo che gli riesce bene naturalmente ma che non ha grande efficacia in chiusura di punto. Anche al servizio è cresciuto, inoltre ultimamente ha aggiunto a livello di soluzioni l’attacco verticale per raggiungere la rete, che a Rio ha dato grandi frutti».
Non capita sempre di superare un top 5 come l’austriaco Thiem…
«Credo che la chiave di volta sia stata la vittoria contro Rudd, un talento emergente. Quel successo ha dato a Gianluca la consapevolezza di essere competitivo con i big mondiali dopo una fase in cui spesso è arrivato vicinissimo a conquistare affermazioni prestigiose senza ottenerle per mancanza di un pizzico di killer instinct. Prima di Rio aveva fatto bene a Cordoba, quando era avanti di un set contro Cuevas, a Buenos Aires, alle qualificazioni degli Australian Open, dove conduceva di un parziale e un break contro Purcell, che poi ha vinto il doppio».
Davide Chicarella
Articolo completo sull’edizione di venerdì 28 febbraio