L'Orange Futsal scalda i motori verso la stagione della riscossa. Due titoli in bacheca nel 2014-15, la Coppa Italia e la Winter Cup, di cui Ramon e compagni sono detentori unici, una corsa
L'Orange Futsal scalda i motori verso la stagione della riscossa. Due titoli in bacheca nel 2014-15, la Coppa Italia e la Winter Cup, di cui Ramon e compagni sono detentori unici, una corsa scudetto ancora una volta stregata. L'eliminazione nei quarti di finale dei playoff a opera del Kaos fa ancora male, l'arrivo di due campioni veterani come Nora ed Edgar Bertoni mantengono però intatte le velleità di conquista dell'ambita coccarda nazionale. Un sogno, non ancora realizzato, che il patron Claudio Giovannone culla da anni. Dopo tante delusioni nel 2015-16 i nero-arancio piemontesi lotteranno per il titolo con una vera corazzata, il Pescara campione d'Italia allenato da Fulvio Colini. La nota stonata nei giorni di preparazione è l'infortunio al piede di Ramon, un incidente "domestico" che costringerà il capitano ai box per parecchi mesi purtroppo (ieri è stato preso in cura da un chirurgo del piede e da un chirurgo plastico del CTO che dovranno stabilire gli interventi necessari al suo pieno recupero).
Claudio, dopo 10 anni diventi presidente della tua creatura e contemporaneamente scompare la parola Asti dalla denominazione sociale della squadra. È' un fatto casuale?
«Assolutamente no! Sai quanto amo quella che considero la mia città e quanto soffro a vederla ridotta in un modo così squallido. Non è che desiderassi poi così tanto ricoprire questa carica che in fondo non aggiunge nulla al mio impegno per la squadra, per i nostri moltissimi bambini e per quei tifosi astigiani che ci seguono con grande passione, però qualche sassolino dalle scarpe me lo volevo togliere. E questo è solo il primo, credimi. Voglio aggiungere che si è trattato proprio di una mia personale proposta alla quale il consiglio direttivo della società ha risposto positivamente e per questo ringrazio tutti i suoi membri».
Tra conferme e volti nuovi è nata la nuova squadra nero-arancio?e la sensazione è che sarà sempre una squadra da vertice?
«Questo è sicuro! Non mi è mai piaciuto solo partecipare, nella vita come nello sport tutto quello che ho fatto ho sempre cercato di farlo al meglio delle mie possibilità e delle mie forze. Anche contro tutto e contro tutti quando è stato il caso».
Purtroppo a minare il vostro cammino è arrivato subito questo incidente "domestico" a Ramon…
«Non ci voleva proprio, lui è il nostro numero 1 in tutti i sensi: talento cuore e grinta, la squadra perderà tantissimo senza di lui in campo. È purtroppo anche tardi ormai per intervenire sul mercato ma sono fiducioso che chi lo sostituirà fino a quando non tornerà farà di tutto per farlo rimpiangere il meno possibile».
Cafù nuovo mister: da cosa nasce la scelta?
«Una parola sola: continuità. Lui era il vice di Polido ma oltre a questo vanta un passato da allenatore di tutto rispetto, fatto di ottimi risultati. Poi la persona è davvero quello che si definisce un umile e grande aziendalista, merce rarissima al giorno d'oggi ed era giusto e naturale concedergli la fiducia che indubbiamente ha dimostrato di meritare durante questi anni passati con noi. Sono sicuro che con lui e Patanè le soddisfazioni arriveranno».
Due anni con Polido, tre titoli, ma niente tricolore: il bilancio?
«Comunque non positivo a mio parere. Rimango convinto che nelle tre stagioni passate, la prima con Tabbia, noi fossimo i più forti del ranking però lo scudetto non è mai arrivato. Resto grato a Tiago per la sua grande professionalità, però d'accordo tra noi abbiamo preferito darci, diciamo cosi forse, un arrivederci».
Tra gli addii che hanno fatto più clamore c'è quello di Wilhelm: da cosa è nata la scelta?
«La scelta, dolorosissima, nasce esclusivamente da motivi economici. In pratica non me lo potevo più permettere! Lui è stato uno tra i migliori giocatori che abbiamo avuto ad Asti però anche in una squadra, così come in una famiglia, bisogna sempre fare i conti con cosa si vorrebbe e con cosa si può fare in base ai mezzi finanziari di cui si dispone».
Casassa e Casalone rappresentano una scelta rischiosa come estremi difensori titolari?
«Penso di no. Loro sono molto diversi uno dall'altro ma di sicuro sono due giovani talenti già più volte convocati nelle nazionali minori. Gli ho detto "non obbligatemi a cercare un nuovo portiere a dicembre!". Mi auguro proprio che abbiano recepito il messaggio e comunque il tempo per porre un eventuale rimedio c'è sempre».
Nora e Bertoni, due big: cosa daranno in più agli orange? Arriverà ancora un universale?
«Due fenomeni assoluti. Daranno moltissimo, ne sono sicuro. Non arriverà più nessuno, almeno per ora. Ho dato una caccia spietata a Cuzzolino per tutta l'estate ma ho dovuto arrendermi, verso metà luglio, quando ho saputo, dal solito "uccellino ben informato", che fin da marzo era stato promesso al Pescara insieme a Calderolli e Borruto. Voglio aggiungere che Iervolino, presidente del Montesilvano, l'ha fatta davvero "birichina" con noi e con l'Acqua&Sapone, ma siamo abituati a certi tipi di inciuci…».
De Oliveira e Chimanguinho il duo d'attacco del 2015-16?
«Gente che sa fare gol ne abbiamo molta quest'anno, mi pare. Non solo quei due. Anche Bertoni, solo per fare un esempio».
Se l'Asti ha avuto una difficoltà nel recente passato è stato sotto il profilo realizzativo: non pensi che a questo team serva un elemento di qualità per trovare giocate in grado di "far saltare il banco"?
«Purtroppo capitan Ramon non ci sarà per qualche mese e questo fatto rappresenterà un grande problema per noi. In giro di forti come lui e liberi non ce ne sono, quindi dovremo fare farina col nostro grano».
Scudetto 2014-15 al Pescara: ha vinto il migliore?
«In genere nello sport vince sempre il migliore, alla fine il Pescara ha meritato il titolo».
Il favorito per il prossimo campionato?
«Il Pescara sembra imbattibile, sulla carta sono loro i superfavoriti, proprio come lo eravamo noi negli ultimi tre anni, certo che se dovessero perdere qualche partita importante il mio amico Colini incomincerebbe di sicuro a non dormirci la notte! E toccherà proprio a noi, se ne saremo capaci, il compito di togliergli il sonno».
Qual è l'acquisto boom dell'estate?
«I quattro del Pescara, senza dubbio. Laggiù praticamente, come in Veneto due anni fa, di due squadre ne hanno fatta una».
Non giocano più in Italia Fortino, Patias, Merlim, Cavinato, Vampeta e molti altri: la serie A sta calando a livello qualitativo. E' lo specchio dei tempi o le società e la federazione hanno delle responsabilità?
«La serie A, che rappresenta il calcio a 5 in Italia, ogni anno diventa più povera di talenti veri, che preferiscono emigrare verso altri paesi dove il calcio a 5 è uno sport più serio e sicuro. Le società di colpe ne hanno eccome, di sponsor veri non ne esistono quasi più e la Divisione continua a rimanere sempre più arroccata dentro quel castello che considera il suo potere assoluto. Un potere effimero, a mio parere, che come il futsal in pochissimi anni è destinato a scomparire qui da noi se non si cambierà, e molto, verso una gestione più seria e corretta di questo movimento. Il nostro sport deve uscire da sotto l'ala della FIGC, che non gli permetterà mai di crescere temendone la concorrenza, e deve soprattutto diventare uno sport professionistico per essere finalmente più pulito».
Il momento più bello e più brutto in tanti anni orange?
«Più bello…tanti ma quello bellissimo lo sto ancora aspettando. Più brutto…la gravissima e, a mio parere, quantomeno proprio sproporzionata, alla luce dei fatti veri accaduti, punizione personale che ho dovuto subire da parte del signor Questore di Asti verso il quale comunque, sia ben chiaro, mantengo immutato rispetto e grande stima per il suo difficile compito quotidiano».
Davide Chicarella