Laccaduto è arcinoto: Palio 2013, prima batteria. Nuvole gonfie di pioggia. Al canapo Torretta, Viatosto, San Silvestro, San Pietro, San Secondo, Santa Maria Nuova e Baldichieri. Dopo i consueti
Laccaduto è arcinoto: Palio 2013, prima batteria. Nuvole gonfie di pioggia. Al canapo Torretta, Viatosto, San Silvestro, San Pietro, San Secondo, Santa Maria Nuova e Baldichieri. Dopo i consueti traccheggiamenti ed una partenza falsa succede lincredibile: Jonatan Bartoletti, fantino di Santa Maria Nuova, vede allo steccato Giuseppe Zedde, monta della Torretta, avvicinarsi al canapo. Scompiglio (questo il soprannome di Bartoletti) legge la mossa come matura e tenta di rubare il tempo ai rivali. Bircolotti sul verrocchio è di ben altro avviso. Lo spunto di Bartoletti lo coglie impreparato, impiega poco più dun secondo ad abbassare, una nullità. Ma Mamuthones, purosangue di cui è Bartoletti è proprietario, batte nel canapo e si capovolge in volo atterrando sul collo. Le conseguenze della caduta gli sono fatali. Pure il fantino vola, atterrando due metri avanti rispetto al cavallo. Lepisodio porta il Capitano Clerico a sanzionare Bartoletti con una squalifica di dieci Palii. La vicenda arriva in tribunale: lavvocato Alberto Pasta, ai tempi assessore al Palio, annuncia che il Comune intende costituirsi parte civile contro Bartoletti. In seguito però Pasta esce dalla Giunta e lamministrazione rinuncia a costituirsi. Tutto finito? Macché! Un cittadino, Pompeo Gentile, si rivolge a Pasta e in surroga al Comune, a tutela degli interessi della collettività astigiana (tecnicamente strumento di partecipazione popolare), si costituisce parte civile.
Pochi giorni fa la sentenza: assoluzione per Bartoletti poichè il fatto non costituisce reato. Abbiamo raggiunto telefonicamente il fantino pistoiese, chiedendogli di raccontarci questi due, per lui, difficili anni… «Mi sono sentito dire di tutto e di più – esordisce – e fin da subito ho ricevuto accuse pesanti. Sono stato bollato come irresponsabile, colpevole di aver ammazzato un cavallo in seguito ad un atteggiamento sconsiderato. Ho tentato di far capire che il cavallo morto era il mio, che era un purosangue da me cresciuto e preparato per le corse in provincia. Un soggetto col quale ad Asti puntavo a vincere. Nessuno mi ha ascoltato, anzi, laccanimento nei miei confronti è andato crescendo.»
Che ricordi hai di quel giorno?
«La batteria era impegnativa, cerano al via diverse accoppiate con ambizioni. Ho cercato di sfruttare al meglio le mie doti di partente, ma quando ho provato ad andare via il canapo non è sceso. In quelle situazioni il mossiere deve abbassare subito per lincolumità dellaccoppiata. Il seguito è stata una fatalità, soltanto unincredibile fatalità. Quante volte sono accaduti episodi identici al mio ed il cavallo si è rialzato senza conseguenze? Spessissimo. Nel Palio disputato il giorno successivo, Valter Pusceddu col suo cavallo ha vissuto un episodio analogo al mio, fortunatamente senza conseguenze. Questanno identica situazione per Maurizio (Farnetani, n.d.r.) nelle prove. E si badi bene, ho parlato di Bighino e Bucefalo, due eccellenti fantini in possesso di smisurata esperienza. A me è andata male. I cavalli li seguo e li curo in tutto e per tutto. Non li ho mai maltrattati, altra assurda accusa che mi è stata rivolta.»
Lepisodio quanto ha condizionato i tuoi due ultimi anni di carriera?
«Cè voluta forza morale per venirne fuori, oltre ad una grande saldezza mentale. Psicologicamente, se ciò che è capitato a me fosse accaduto ad un fantino alla prime armi, non so se avrebbe retto. La pressione diventa tale si rischia di andare fuori di testa. Senza contare il danno dimmagine che ho subìto.»
Poi la sentenza, una liberazione…
«Si – dice Bartoletti – piena assoluzione poichè quanto accaduto non costituisce reato. Questo vorrei sottolinearlo.»
Ti resta la squalifica paliesca, anche se molti addetti ai lavori sostengono che la stessa debba esserti tolta… «Spero accada, certo, ma era importante che il giudice si rendesse conto della mia buona fede. Sono un professionista serio. In questo periodo il mio pensiero non è mai stato preso in considerazione. Ho avuto la fortuna di avere alle spalle una famiglia formidabile, che mi ha sempre aiutato e sostenuto.»
Se ti togliessero la squalifica torneresti a correre ad Asti? «Non lo so, non mi sono posto il problema. Vedremo ciò che accadrà.»
Intanto a maggio sarai a Legnano…
«Si, mi ha ingaggiato San Magno, una Contrada con una dirigenza giovane. Voglio far bene e guardare al futuro con fiducia.»
Siena. Prospettive?
«Ottime. Dopo Mari ed Atzeni, i due attuali re della Piazza, credo ci sia un gruppo di fantini di buona qualità del quale faccio parte. Le possibilità di fare bene ci sono, eccome.»
Massimo Elia