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Palio, parla Sandro Gessa: «Devo sdebitarmi con Tanaro e la sua fantastica gente»
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Palio, parla Sandro Gessa: «Devo sdebitarmi con Tanaro e la sua fantastica gente»

Ci aveva già provato nel 2006, ma i risultati non erano stati soddisfacenti: eliminazione in batteria. Nove anni dopo Sandro Gessa tornerà a indossare la casacca di Tanaro. Lo farà con

Ci aveva già provato nel 2006, ma i risultati non erano stati soddisfacenti: eliminazione in batteria. Nove anni dopo Sandro Gessa tornerà a indossare la casacca di Tanaro. Lo farà con l'obiettivo di cancellare il negativo esordio in piazza Alfieri.

Classe 1981, una carriera nelle regolari in Sardegna con qualche apparizione a Grosseto, Gessa, nativo di Marrubiu (Oristano), appare molto determinato.
«Devo molto alla famiglia Rasero – afferma – con la quale ho sempre intrattenuto ottimi rapporti. Quando arrivai a Tanaro nel 2006 il Rettore era Roberto, papà di Alberto, attuale massimo esponente del Comitato biancazzurro. Giorni che ricordo benissimo, splendidi, circondato da persone che mi fecero sentire tutto il loro affetto. Purtroppo la corsa non andò come nelle aspettative. In batteria riuscii a partire discretamente e al termine del primo giro ero terzo, poi il cavallo calò vistosamente. Era un soggetto, come dire, un po'…. particolare.»

L'anno successivo hai tentato di riprovarci?
«Sì, il desiderio era quello. Fui contattato da un altro Borgo cittadino che mi tenne sulla corda fino all'ultimo. Alla fine, pochi giorni prima della corsa, scelsero un'altra monta. La delusione fu grande. Mi dedicai alle regolari. Lo stesso Comitato che mi aveva sceso l'anno prima nel 2008 tornò alla carica dicendo che stavolta avremmo messo nero su bianco e stipulato un regolare contratto. Il Palio lo avrei sicuramente corso. Ma non accettai e in pratica quell'anno uscii dal giro.»

Quali risultati e prestazioni hai nel tuo palmares paliesco?
«Ho vinto a Mordano nel 2007, mentre per quanto riguarda Siena ho disputato a luglio del 2006 due batterie della "tratta", montando Elmizatopec, un mezzosangue di proprietà di Alberto Ricceri. Nello stesso anno, ad agosto, scesi di nuovo in pista in Piazza del Campo su Furio Sedilese, esemplare di Alessandro Fontani. A Siena ho lavorato un anno in scuderia da Andrea De Gortes, il popolare Aceto. In quel periodo mi aggiudicai anche il Palio di Casole d'Elsa».

E ora rieccoti ad Asti, meglio ancora a Tanaro…
«Ho un debito di riconoscenza con la meravigliosa gente biancazzurra e soprattutto con la famiglia Rasero. Con Alberto non abbiamo mai smesso di sentirci e quando mi è stata fatta balenare l'opportunità di tornare non ci ho pensato due volte.»

Sogni? Ambizioni?
«Beh, dopo quanto sto per dichiarare molti penseranno che io stia un tantino esagerando, ma la mia intenzione è quella di salire ad Asti e fare saltare il banco. Vengo per vincere, non per farmi una girata e monetizzare. Neppure mi accontenterò di andare in finale. Correrò per il traguardo più ambìto, ossia la conquista del Drappo.»

Vivi in Sardegna, nella tua terra, e lì svolgi quasi totalmente la tua attività…
«Sì, nella mia regione ho vinto anche qualche Palio, ma tutta la mia carriera si è sviluppata in ippodromo. Sto bene nella mia terra e sono molto attaccato alla famiglia. Da qualche tempo a questa parte dò una mano in scuderia ad un ex fantino, Fabrizio Pinna, col quale prepariamo ed alleniamo quotidianamente diversi purosangue e mezzosangue.»

Mantieni rapporti con le altre monte del circuito paliesco?
«Non ho contatti frequenti ma con qualcuno mi sento. Sono informato sull'esito dei vari Palii. Asti non è una corsa facile, vincono solo i più bravi, i più affermati, autentici professionisti. Massimino, Bucefalo, Gingillo…. Non è un caso.»

Sei molto carico e motivato, ma tu sai bene che per vincere servono soggetti di qualità. Con Rasero ed il Comitato tanarino avete già individuato il soggetto ad hoc da portare in piazza Alfieri a settembre?
«Tu vuoi farmi scoprire le carte, ma io resto abbottonato. Al momento abbiamo un purosangue che riteniamo la nostra punta di diamante, un cavallo che per caratteristiche possedute potrebbe fare benissimo al Palio. Ma non intendiamo limitarci ad un soggetto e insieme al Comitato valuteremo anche altri esemplari per così dire "interessanti". Arriveremo ovviamente ad un punto in cui si tratterà di operare delle scelte. Serviranno a questo le corse di preparazione che disputerò.»

Quindi ti vedremo ad Asti per le riunioni allo stadio?
«Sicuramente sì. Ho già corso sulla pista dello stadio e prima del Palio ci tornerò. Quando il Rettore lo riterrà opportuno, quando cioè ci saranno dei cavalli validi da provare, non avrò problemi a venire ad Asti.»

Non ti mancano certamente entusiasmo e ottimismo. Ma che cosa puoi dire agli addetti ai lavori che storcono un po' il naso quando si fa il tuo nome?
«Riguardo all'ottimismo ne posseggo in gran quantità. Sono fiducioso. Avrò alle spalle un Borgo caloroso, che so quanto mi vuole bene. In merito a quelli che, come dici tu, storcono il naso quando sentono parlare del sottoscritto, sono certo che riuscirò a farli ricredere. Mi è stata offerta una grande occasione e cercherò di sfruttarla al meglio. Quando parlo di vittoria so bene quante componenti serviranno per ottenerla, in primo luogo la fortuna. Ma mi presenterò al canapo al meglio della condizione e con un gran cavallo. Spero di poter disporre anche solo di una parte della buona sorte che mi mancò nel 2006. Se cio avverrà nessun obiettivo mi sarà precluso.»

SABATO 7 MARZO A TANARO
LA SERATA DELLE DONNE
Sabato 7 marzo, nel Salone delle Feste di via Ferrero 1, tornerà a grande richiesta la "Serata delle Donne" organizzata dal Comitato Palio di Tanaro. L'ennesima occasione, stavolta in chiave femminile, per riunire il popolo del fiume con una cena fatta di due antipasti, primo, secondo e dolce. Il tutto allietato da musica, giochi e infine dal fantastico spogliarello dei "Taniboys". Il tutto al costo di 20 euro. Per informazioni e prenotazioni telefonare al 338-3236860.

Massimo Elia

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