Soltanto 23 giorni ci separano dalla corsa e i comitati hanno ormai definito chi schierare al canapo
Il tempo corre veloce, l’evento paliesco si avvicina a grandi falcate. Soltanto 23 giorni ci separano dalla corsa e la quasi totalità dei vari Comitati ha ormai definito la composizione dell’accoppiata da schierare in piazza Alfieri il prossimo 18 settembre. Cominciano a rincorrersi le voci su favoriti, outsider, possibili finalisti e Comitati ancora in balìa degli eventi, con difficoltà nel reperire un purosangue affidabile.
In fascia alta trovano spazio tre Borghi cittadini: Santa Maria Nuova, Tanaro e Torretta, elencati in ordine alfabetico. La “Signora”, giunta seconda nel 2015, riproporrà pari pari l’accoppiata dello scorso anno, con Martin Ballesteros, detto Pampero, sulla cavalla di Gianni Viarengo, vittoriosa quest’anno nella “provaccia” legnanese.
Tanaro può con tranquillità dirsi in grado di ambire al Drappo, disponendo di un’accoppiata (Sandro Gessa su un purosangue di Chiavassa) più volte dimostratasi affiatata e competitiva. Non serve altro, soltanto un’attenta cura delle strategie.
La Torretta, finita in coda al terzetto per ragioni alfabetiche, può contare su un’abbinata che, qualora fossimo all’ippodromo, verrebbe indicata in sede di scommesse quale favorita assoluta. Un “vecchio” personaggio di Palio (che ha preferito mantenere l’anominato) da tempo sostiene: «Non vedo come la Torretta possa perdere il Palio 2016.»
Scongiuri d’obbligo per i biancorossoblu, ma come dargli torto? Valter Pusceddu ed il suo formidabile esemplare (vincitore l’anno passato ad Asti e quest’anno a Legnano e a Piancastagnaio) possono ragionevolmente far sognare il Borgo guidato da Giovanni Spandonaro, fedele al proponimento: “in piazza sempre e soltanto per vincere”.
In seconda fascia, da valutare quali possibili “outsider” (leggasi possibili vincitori), almeno quattro Comitati: Cattedrale, Nizza, San Pietro e San Lazzaro. La Cattedrale in corso d’opera ha cambiato il fantino, dovendo forzatamente rinunciare a Silvano Mulas. “Voglia” ha optato per l’ippodromo, pur restando a stretto contatto con il Rione biancazzurro. Al suo posto Arnone ha puntato su Dino Pes, fantino che ad Asti si è sempre fatto apprezzare grazie alla regolare conquista di un posto in finale. Nizza: Atzeni quest’anno ha fallito entrambi gli appuntamenti senesi e a Legnano è finito per le terre.
Ovvio che Verri confidi nel suo desiderio di riscatto, da manifestare con una grande prestazione in Piazza Alfieri. Almeno un paio i purosangue competitivi di cui dispone Tittìa. San Lazzaro: Giuseppe Zedde, detto Gingillo, ha in scuderia tutta una serie di esemplari di gran livello. La dimostrazione è venuta in occasione delle corse di luglio organizzate dal “Collegio”: mai giù dal podio. Sarà l’autentica mina vagante
San Pietro: sotto traccia, a fari spenti, Carìa potrebbe piazzare la “zampata”. Dispone di un cavallo eccellente, sempre al top nelle occasioni in cui lo si è visto all’opera. Il 2016 è stato piuttosto avaro di soddisfazioni per “Tremendo”, per il quale, a titolo motivazionale, vale l’identico discorso fatto per Tittìa.
Un terzetto a seguire: Don Bosco, San Secondo e Santa Caterina. I gialloblu di Marco Scassa sono chiamati a riscattare un Palio deludente. Un’ulteriore “chance” è stata offerta al fantino Gianluca Fais, detto Vittorio, uno che ad Asti sa come si fa a vincere (Tanaro 2010). In Sardegna il fantino gialloblu pare abbia lavorato ottimamente nel corso dell’annata.
San Secondo: da Enrico Bruschelli, detto Bellocchio, il Comitato guidato da Mauro Nebbiolo attende una prova di qualità. Gli è stata messa a disposizione una cavalla esordiente al Palio ma già più volte vittoriosa allo stadio. Il Rione del “Santo” cercherà di confermare quanto accaduto in Piazza Alfieri negli ultimi anni. Nel mirino (traguardo minimo) l’ottenimento della finale.
Santa Caterina: risale solamente ad un paio di anni fa l’ultimo successo dei rossocelesti, che per il terzo anno consecutivo si affideranno ad Andrea Mari. L’annata di “Brio” è stata finora complessivamente positiva, con la vittoria a Legnano per San Martino. “Bruciato” a Siena dall’incontenibile accoppiata Bartoletti-Preziosa Penelope salirà ad Asti certo non per una “girata”.
I restanti Comitati avranno quale obiettivo primario il raggiungimento della finale. Un occhio di riguardo meritano comunque Moncalvo (Federico Arri dispone di due buoni soggetti), Montechiaro (Carlo Sanna porterà al canapo un suo purosangue), Viatosto (Gianluca Mureddu con un cavallo di Michele Mazzeo), Castell’Alfero (Nicholas Saccu monterà un soggetto già più volte finalista ad Asti), Canelli (Massimo Columbu si affiderà ad un suo purosangue annunciato in grandi condizioni di forma) e San Paolo (Giosuè Carboni ha ben impressionato nella riunione di luglio con un cavallo di Valter Pusceddu).
Da valutare i restanti cinque: Baldichieri (Simone Mereu il fantino), San Silvestro (Andrea Chessa), San Marzanotto (Alessandro Chiti), San Martino San Rocco (Andrea Coghe) e San Damiano (Antonio Siri). Per loro ancora qualche problema nel reperire un soggetto idoneo da portare al canapo.La riunione di domani sera allo stadio potrebbe costituire in merito un passaggio decisivo.
Massimo Elia