Partire da Asti e arrivare in cima al calcio italiano è una scalata fatta di dislivelli fortissimi. Per provarci ci vogliono sacrifici e capacità fuori dal comune, per riuscirci una passione potente, la volontà di mettersi in gioco sempre e comunque. Matteo Paro e Matteo Scarpa sono due che ce l’hanno fatta. Sono allenatori in seconda del Torino di Serie A maschile e della Juventus Women. Al circolo “Sempre Uniti”, l’Unione Nazionale Veterani dello Sport e il Coni di Asti li hanno premiati come “tecnici dell’anno” e come “eccellenze sportive astigiane” del 2022.
Dal campo alla panchina
Piccoli passi e svolte improvvise, momenti dolorosi e grandi soddisfazioni. I percorsi di Paro e Scarpa sono diversi, ma entrambi hanno saputo passare attraverso lunghi periodi di formazione. Paro è stato svezzato dai rigidi principi della Vecchia Signora: “il lavoro batte il talento, se il talento non lavora”. Da calciatore è stato protagonista nella Juventus “post Calciopoli”, ha giocato 49 partite di Serie A. Sarebbero state di più senza due gravi infortuni alle ginocchia, accaduti proprio quando stava trovando la sua dimensione: “Mi sono posto altri obiettivi, ho saputo adattarmi. Sono ripartito dal basso, dalla Lega Pro, l’ultimo anno sono ancora riuscito a conquistare una promozione dalla B con il Crotone. Sono comunque contento di quel che ho fatto” dice oggi. Scarpa, invece, da giocatore ha lasciato presto le categorie regionali dell’astigiano per allenare i più piccoli: “Ero un centrocampista con tanto cuore, i piedi non erano come quelli di Paro. È arrivata la chiamata dell’Alessandria per allenare e a 23 anni ho dovuto scegliere, essere tesserato per due società non era possibile – racconta – Allora ho patito tanto, ma oggi posso dire di aver fatto la scelta migliore”.
Articolo completo nell’edizione di martedì 6 dicembre