Campione infinito
Per un atleta lo sport è spinta a guardare sempre avanti, è dedizione quotidiana, è competizione. Per intuirlo, basta scambiare poche parole con Salvatore Caci, cinquantaseienne campione di tennistavolo. Salvatore non cammina da quando aveva tre anni. Da piccolo, ha trascorso un anno e mezzo di ricovero in un ospedale pediatrico a Birmingham, in Inghilterra. Lì, tirando i primi colpi di racchetta su un tavolo scassato, si è innamorato del rumore sordo della pallina che rimbalza. Poco più di una settimana fa, a Lignano Sabbiadoro, è diventato campione italiano ai Campionati Nazionali Paralimpici per la ventiseiesima volta consecutiva: da quando nel ’92 è tornato a vivere in Italia, dopo ventidue anni trascorsi in Germania, nessuno è mai riuscito a batterlo nella sua categoria, la classe 4. Al successo in singolo, ha abbinato la medaglia d’oro in doppio, con il compagno Davide Scazzieri. Sul numero di domani, martedì 19 giugno, una lunga intervista di questo straordinario sportivo.