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Sicurezza: tutto sulle spalle delle Asd l’obbligo dei defibrillatori
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Sicurezza: tutto sulle spalle delle Asd l’obbligo dei defibrillatori

Il paese degli irregolari e dei poco rigorosi è anche quello delle leggi più rigide e ferree, da far osservare con grande severità soprattutto ai più piccoli e meno protetti. Premessa che nulla

Il paese degli irregolari e dei poco rigorosi è anche quello delle leggi più rigide e ferree, da far osservare con grande severità soprattutto ai più piccoli e meno protetti. Premessa che nulla toglie all’utilità di certe norme che vengono però a ricadere, senza un adeguato sostegno pubblico, su alcuni dei soggetti più deboli dell’intero assetto sportivo italiano: le associazioni sportive dilettantistiche (Asd).

E’ il caso dei defibrillatori semiautomatici che, secondo il Decreto Balduzzi del 26 aprile (diventerà operante solo dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale), dovranno essere in dotazione a tutte le società sportive dilettantistiche (tempo 30 mesi per mettersi in regola) e professionistiche (6 mesi) a salvaguardia della vita di chi pratica attività sportive. Chi mai potrebbe essere contrario ad una norma di questo genere? Ovviamente nessuno, ma resta il fatto che tutto il peso economico del decreto ricadrà sulle società, di cui le dilettantistiche sono le più deboli sotto il profilo economico e gestionale.

Non solo, infatti, ogni società dovrà dotarsi di un defibrillatore (costo superiore ai 1000 euro), ma dovrà ovviamente curare che sia sempre in buona efficienza e soprattutto che sia usato solo da persone in grado di utilizzarlo correttamente. Il che significa specifici corsi di formazione e pratica costante. La necessità di salvare vite umane è fuori discussione, ma che questo avvenga a totale carico di chi già arranca per fare attività di base sembra del tutto criticabile.

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