Roberto Vecchioni sul palco
«In un mondo che si dimentica di tutto, è importante ricordare che le cose più belle della vita non sono “cose”, ma pensieri, parole, emozioni e armonie mentali. Una persona è viva se sente di partecipare alla vita».
Con queste parole Roberto Vecchioni è tornato ad Asti sabato scorso. Un modo efficace per ricordarsi di chi dimentica. Infatti il ricavato della serata, presentata da Rita Balistreri, è stato devoluto all’Associazione Alzheimer Asti, guidata da Maria Teresa Pippione.
E’ anche grazie a serate come questa che si possono realizzare percorsi con psicologi ed educatori dedicati ai malati e ai loro famigliari, per sostenerli in questo percorso difficile che può durare anche 15-18 anni, come ha ricordato il dott. Marcello Francesconi, tra i fondatori dell’Associazione.
Promotore di questa serata di musica e parole al Teatro Alfieri è stato Amitié Sans Frontières, primo Club di servizio nato in Europa, nel Principato di Monaco, per volontà di Madame Régine Vardon West, sodalizio presieduto ad Asti da Giacomo Giovannini e fondato da Paola Raffaella Massimelli.
Il concerto è stato realizzato con il contributo del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, con la collaborazione di Filippo Taricco di Collisioni e il patrocinio del Comune.
Il Club Service “Amitié Sans Frontières”, Associazione Internazionale a scopo umanitario, segue tre principi di base: giustizia, tolleranza, amicizia come ha ricordato nel suo discorso Madame Régine Vardon West, presidente onorario che ha introdotto il cantautore.
Il concerto
Roberto Vecchioni è stato accolto all’Alfieri con un tutto esaurito. Accompagnato alla chitarra da Massimo Germini, ha viaggiato con il pubblico attraverso parole e musica grazie ad una selezione speciale dei suoi brani più intensi come “Luci a San Siro”, “Samarcanda” e “Chiamami ancora amore”.
Canzoni che ripercorrono la sua vita con il dono di riassumere un po’ la vita di tutti. Forse è per questo che il “professore” riesce a dare emozioni autentiche al pubblico in sala. Ci si è commossi con “Le rose blu”, canzone che raccoglie le parole di un padre che propone a Dio uno scambio, ma si è anche riso di gusto con i suoi racconti e aneddoti.
Uno di questi legato a un gatto astigiano che si infilò nella sua auto durante un suo concerto in città. Lui e la moglie si accorsero di questa presenza sulla strada per il rientro. Il gatto restò con loro e lo chiamarono Asti.
Roberto Vecchioni non ha mancato di ricordare nella sua città, Giorgio Faletti, descrivendolo: «Un amico sincero e un grande poeta. Un uomo grande dentro».
Il professore della canzone italiana ha declinato in musica i grandi temi: l’amicizia, l’amore, il tempo che passa e con la sua “Viola d’inverno” anche la morte, che arriva quando non te lo aspetti e stai facendo altro.
Una serata di solidarietà e d’energia quella passata in compagnia di Vecchioni, signore della canzone d’autore che a 75 anni «se ne sente al massimo 35». Alla fine, tutto il pubblico si è alzato in piedi ad applaudirlo.