Gli operatori esclusi dai tamponi
Nessun tampone eseguito sul personale e sugli operatori. Sta facendo molto discutere la decisione di effettuare i test sulla positività al coronavirus ai soli degenti della Casa di Riposo ‘Gavello’ di Moncalvo escludendo, invece, tutti i lavoratori che quotidianamente li assistono. Questi ultimi saranno costretti a recarsi, se e quando verranno convocati, al ‘drive-in clinic’ allestito dall’azienda sanitaria alessandrina al PalaFiere di Casale Monferrato presso la galleria di ‘Cinelandia’. Proprio, ieri, l’ASL di Alessandria si è recata in struttura a Moncalvo e ha provveduto, finalmente, a fare i tamponi agli ospiti. Esami eseguiti a più di un mese dal primo caso accertato di positività (era il 14 marzo scorso).
La protesta del personale
I primi a protestare sono stati gli stessi operatori della residenza moncalvese per anziani. Abbiamo contattato due oss della struttura che preferiscono restare anonime per ragioni di privacy. “È incredibile che l’ASL venga a Moncalvo a fare i tamponi e noi, invece, siamo costrette ad andare con i nostri mezzi, una per volta, fino a Casale”, dice un’operatrice della struttura subito supportata dalla collega: “Vi rendete conto della perdita di tempo oltre al mancato interesse per la nostra salute? Non fare i tamponi agli operatori, inoltre, potrebbe rendere assolutamente inutili quelli fatti ai nostri ospiti. Se non si ha un quadro completo della situazione in struttura non si riescono a prendere le giuste precauzioni e i corretti accorgimenti operativi”. Non si dimentichi, inoltre, che il personale delle case di riposo potrebbe essere potenzialmente un vettore del virus all’esterno. Pochi giorni fa, a Grana, il sindaco aveva motivato la richiesta di ‘zona rossa’ proprio con il rischio di un possibile ampio contagio dovuto alla mancanza di tamponi al personale della casa di riposo dove c’erano anziani positivi. Tamponi ai lavoratori che, dopo la lettera del primo cittadino, erano stati immediatamente eseguiti. Invece, a Moncalvo, al momento non solo non si sa se e quando verranno fatti gli esami ma, addirittura, tutti gli operatori sono già stati preavvisati che dovranno recarsi a Casale Monferrato, o in altro luogo, per effettuare il tampone.
La denuncia del sindacato
A prendere una netta posizione di contrarietà sulla vicenda è il responsabile funzione pubblica della CISL Asti-Alessandria, Alessandro Delfino: “Trovo che sia veramente una situazione spiacevole. Ieri, ho appreso che tutto il personale in servizio presso la casa di riposo Gavello di Moncalvo dovrebbe recarsi a Casale Monferrato per fare i tamponi. Quando, invece, al personale della Villa Serena, sempre a Moncalvo, è stato fatto giustamente tutto in loco. Trovo sia spiacevole creare lavoratori di serie A e di serie B e, per di più, far spostare in questa fase tanti lavoratori quando ancora siamo in lockdown (chiusura delle attività e divieto di spostamento, ndr). Chiediamo pertanto che si facciano i tamponi al personale della Casa di Riposo Gavello in loco il prima possibile utilizzando gli infermieri ASL AL del servizio domiciliare, che mi risulta si siano già dati disponibili”. Conferma l’accaduto anche la presidente della Casa di Riposo moncalvese, Stefania Baldovino: “Abbiamo ricevuto la notizia qualche giorno fa. Ci avvisavano dell’esecuzione dei tamponi sui degenti e, contemporaneamente, ci informavano che gli operatori sarebbero stati contattati singolarmente sulle modalità di svolgimento dei loro esami nei drive-in del distretto sanitario di residenza. Questo è il protocollo che ci è stato comunicato dall’Asl. Il personale sanitario, va detto, è in capo ad una cooperativa e non alla struttura”.