La richiesta inviata stamattina
“Chiudete Grana”, è l’invito che il sindaco Cristiano Gavazza ha rivolto al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Una richiesta, forte e decisa, contenuta in una lettera, inviata oggi a Torino, nella quale si chiede “di adottare l’ordinanza con la quale disporre il divieto di allontanamento dal territorio comunale da parte di tutti gli individui ivi presenti, divieto di accesso nel territorio comunale, sospensione delle attività degli uffici pubblici, chiusura al pubblico di tutti gli esercizi commerciali ad esclusione di quelli autorizzati”.
Alla Casa di Riposo 27 ospiti su 28 sono positivi
La richiesta del sindaco Gavazza parte dalla considerazione che, nella giornata di domenica 12 aprile, una task force dell’Unità di Crisi ha effettuato 28 tamponi ai degenti della Casa di Riposo “Colli Divini” di Grana. Questa struttura gestisce 59 anziani ed è situata nel centro del paese. «Nella giornata di ieri – scrive Gavazza – ho appreso che siamo a 27 casi infetti positivi sul territorio comunale che conta circa 600 persone a maggioranza anziana. Proiezione che è destinata ad aumentare non appena sarà aggiornata la piattaforma regionale».
Nessun tampone sui dipendenti
Il fatto più grave resta, però, che nessun tampone, nonostante le pressanti richieste dell’amministrazione comunale, è stato fatto sui dipendenti che sono in tutto circa una ventina. Queste persone, quindi, non sono tutelate nella loro salute personale e potrebbero essere potenzialmente dei vettori del virus all’esterno. «Da qui la conseguenza che – continua la lettera di Gavazza – il pericolo di un ampio contagio non è più soltanto un ipotesi remota ma purtroppo una seria probabilità».
Troppo alto il rischio di contagio diffuso
Il Comune di Grana attende una risposta immediata e si riserva di adottare in via d’urgenza ogni provvedimento di natura precauzionale. «Non è stata una decisione semplice – ci confida il sindaco Gavazza – considerando le difficoltà in cui versano tutte le famiglie – ma come uomo mi sono trovato a dover avere il coraggio di salvaguardare il bene più grande: la salute di tutti». Un atto coraggioso che il primo cittadino motiva in questo modo: «I miei sentori, denunciati con i ritardi nell’eseguire i tamponi, non erano sbagliati. Nelle ultime 24, 48 ore la situazione dei contagi è precipitata. E questo non esclude uno scenario che, se non fermato con le massime restrizioni, potrebbe diventare a dir poco gravissimo».
Decisione presa in coscienza
Gavazza, con grande onestà, non si sottrae dal valutare il suo operato: «Non so dare un giudizio alla mia scelta ma so che è stata presa in coscienza e per tutti. Devo dire che se sono stato un sindaco solo per i ritardi delle istituzioni, non lo sono stato per l’appoggio dei miei amministratori, persone forti e coraggiose. A tutti voglio dire che l’atto umano del decidere che abbiamo intrapreso è dettato dall’amore verso il nostro paese e per offrire la massima protezione alla nostra gente».