Fra pochi giorni sarà trascorso un anno da quando la pandemia sanitaria ha letteralmente mando in tilt la maggior parte dei progetti turistici su cui l’Astigiano aveva iniziato ad investire per rinforzare la sua nuova vocazione. Un anno di eventi cancellati, manifestazioni azzerate, di chiusure forzate che ancora persistono in molti casi.
L’assessore comunale Loretta Bologna, con deleghe al turismo, all’UNESCO, alle manifestazioni, ma anche ai fondi europei, anche durante gli ultimi difficili mesi ha lavorato per progettare la ripartenza del turismo insieme alla nuova ATL Langhe, Monferrato Roero.
«Purtroppo fino al 5 marzo, data di scadenza dell’ultimo DPCM, non sapremo cosa si potrà fare e quali eventi potranno essere organizzati in futuro – spiega l’assessore – Come molti sanno, la programmazione turistica, almeno sulla primavera, si inizia a fare a dicembre e questo significa che ci concentreremo soprattutto su eventi in programma da settembre in poi: Douja, Fiera nazionale del Tartufo, si spera il Palio, mentre sulle Sagre ci sono più dubbi a causa degli inevitabili assembramenti che comportano. Ma siamo fiduciosi e pronti a mettere in pista un autunno importante».
Asti riparte dai tartufi
Saranno proprio i tartufi a rappresentare la vera novità su cui l’amministrazione comunale intende puntare per creare una cornice di eventi nei quattro mesi compresi tra settembre e dicembre. L’anno scorso, sebbene la Fiera dei Tartufi non si sia tenuta come previsto, Asti ha ottenuto che il format diventasse “nazionale” con ricadute positive in termini di brand. Ma poiché un brand, per quanto forte, senza soldi fa poca strada, l’assessore Bologna sta cercando di mettere insieme un piccolo tesoretto da investire per rendere la Fiera del Tartufo davvero attrattiva e volano per l’economia della nostra provincia.
«La Fiera nazionale del Tartufo di Asti si svolgerà il 28 novembre, – racconta – ma in realtà stiamo lavorando a un calendario condiviso con Alba per realizzare quattro mesi di eventi tra i due territori». Per realizzare il suo obiettivo, l’assessore userà fondi regionali, comunali, ma si affiderà anche alla partnership con la nuova ATL che sulla promozione giocherà le sue carte migliori.
D’altro canto il progetto rientrerebbe a pieno titolo nell’iniziativa evocata dal claim Langhe, Monferrato e Roero: “The Home of BuonVivere”.
Asti si candida a città UNESCO
L’ultima novità in ordine di tempo è l’intenzione di candidare Asti a “Città UNESCO” del 2021. Una candidatura che, se dovesse risultare vincente, porterebbe la città e il territorio all’interno di una rete di promozione internazionale attraverso cui far conoscere ancora di più le nostre eccellenze su mercati internazionali. «Nonostante la pandemia – conclude Bologna – l’anno scorso il turismo ha retto bene e i dati ci dicono che abbiamo avuto una media di +4,9% delle presenze rispetto al 2019». Le potenzialità ci sono, vedremo come saranno declinate.
Una risposta
Città UNESCO? Cos’è, Riccardo, si mangia? Forse una delle Creative cities, anche se per il 2021 sarebbe già stata, da tempo, nominata Modena, Boh. Un giorno uno di fiera tartufigena per rilanciare? Ma dai! E poi la chiusa, virgolettata è vero, sui dati delle presenze turistiche 2020: +4,9 rispetto al 2019. In media, di cosa non si sa, ma sempre in media. Un insulto inutile agli operatori del settore, appurato che in Piemonte il calo è stato del 58% e del 56% quello della nostra ATL.