È andata meglio di ogni più rosea aspettativa la protesta, pacifica e nel rispetto delle normative antiCovid, animata questa mattina in piazza San Secondo. Anche ad Asti è sceso in piazza il popolo degli imprenditori che lavorano nell’indotto dei matrimoni e nell’organizzazione degli eventi.
Il gruppo che a livello nazionale ha promosso la manifestazione, “Insieme per il wedding”, ha voluto organizzare una protesta in oltre trenta città: Ascoli Piceno, Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Caserta, Catania, Cosenza, Cuneo, Genova, Lecce, Milazzo (ME), Milano, Napoli, Nuoro, Pescara, Pistoia, Palermo, Roma, Salerno, Sanremo, Sassari, Taranto, Trieste, Udine, Venezia, Vicenza e Viterbo.
Le partite iva hanno chiesto che il Governo si attivi urgentemente per definire la ripartenza del settore, una volta per tutte, con regole definitive e senza più interruzioni. Un settore devastato dalla pandemia che ha quasi azzerato gli eventi provocando, anche in questo caso, una crisi senza precedenti.
Wedding planner, fotografi, video operatori, fioristi, ristoratori, titolari di location, albergatori, cantanti, musicisti, animatori, negozi che vengono abiti da cerimonia sono praticamente fermi da un anno, salvo aver lavorato in poche occasioni durante l’estate. Hanno ottenuto ristori molto scarsi rispetto al giro d’affari che, tra indotto primario e complessivo, ammonta a 67 miliardi di euro. Molti di loro temono di dover chiudere per sempre se il comparto dei matrimoni non dovesse riprendere vita, ma soprattutto vogliono avere le stesse possibilità di lavorare che vengono date ad altri settori.
«Abbiamo ricevuto molto affetto da parte degli astigiani – commenta la wedding planner Irene Bortolotti, portavoce provinciale di “Insieme per il wedding” – Abbiamo avuto anche più adesioni di quelle preventivate e tutto si è svolto nel modo più sereno e sicuro possibile».
Anche il sindaco Maurizio Rasero è sceso più volte in piazza San Secondo, davanti al municipio, per salutare gli imprenditori presenti alla protesta.
[foto e video Billi]