Nell’anniversario dei cento anni della sua nascita e 35 della sua scomparsa, la Giunta comunale di Montegrosso ha voluto rendere omaggio ad Avio Gazza, sindaco che morì nel 1986 e che tanto fu amato dai montegrossesi e mai dimenticato. Alla sua memoria sarà intitolata la Casa Albergo del centro storico, la residenza per anziani da lui e dalla sua amministrazione fortemente voluta e inaugurata nella primavera del 1984.
“Il 13 ottobre 1986 verso le ore 10 una incredibile notizia passò di bocca in bocca: è morto il sindaco! Incredula, ma purtroppo vera. Il nostro sindaco, mentre come al solito, ogni mattino, si stava recando in Comune, viene travolto da un’automobile in zona Convento e rimane esanime sulla strada. Vani i soccorsi dell’ambulanza della Croce Rossa, che lo porta immediatamente all’ospedale. I medici non possono che constatare la tragica realtà. Grande il cordoglio per questa morte così fulminea che colpisce gravemente una famiglia e tutta la comunità”. Così il parroco don Giovanni Conti, suo coetaneo, scrisse allora nel bollettino parrocchiale.
Nato a Montegrosso il 24 gennaio 1921, fu sindaco del paese dal 1975. Padre di sei figli, era impiegato all’Istituto San Paolo ed anche agricoltore. «Era una persona saggia, ben voluto dai suoi concittadini, nei confronti dei quali nutriva grande rispetto, sempre disponibile all’ascolto – spiega il sindaco Marco Curto, un giovane poco più che adolescente quando era sindaco Avio Gazza, ma di cui conserva il ricordo di un uomo stimato e apprezzato – L’intitolazione della Casa Albergo è un segno di riconoscenza che abbiamo voluto dare come amministrazione comunale al suo lavoro e al suo impegno per il paese».
«L’anno 1975 fece da spartiacque, perché fino ad allora aveva “regnato” indiscussa la Democrazia cristiana, con a capo l’onorevole Miroglio. In una focosa battaglia elettorale venne sconfitto il sindaco uscente Franco Cavagnino e con lui il “partito del parroco” – sottolinea Giovanni Bianco, appassionato di storia locale – La figura di Avio Gazza è ancora oggi circondata da grande stima, riconoscenza e affetto. Io stesso sono stato testimone alcuni anni fa dell’alone di simpatia nei suoi confronti. Una signora, Carla Curto, mi disse: “Avio ha fatto installare la luce pubblica sulla strada e dalla mia camera da letto alla sera, prima di addormentarmi, guardando la luce che entra dalla finestra, mi viene in mente il sindaco e recito così un Eterno riposo per lui”».
Tante le opere pubbliche compiute in quegli anni, a partire dalla costruzione della residenza per anziani, chiamata “casa albergo” perché realizzata proprio nello spirito di ricreare un ambiente familiare. E poi i lavori alle scuole, con le elementari all’epoca ancora presenti anche nelle frazioni Vallumida, Santo Stefano e Biolla; il muro di sostegno della chiesa della confraternita dei Battuti; l’ampliamento del cimitero di Santo Stefano; ma anche il sostegno alle associazioni culturali e di volontariato del paese. L’ultima inaugurazione si tenne il 4 maggio 1986, per l’intitolazione della via che porta alla ex caserma dei carabinieri a Salvo d’Acquisto (nella foto di copertina).