Le ultime vicissitudini sulle cittadinanze onorarie concesse e revocate dal Consiglio comunale di Asti continuano a far discutere.
Pochi giorni fa il Consiglio ha approvato all’unanimità la concessione della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto di cui quest’anno si celebrano i 100 anni dalla tumulazione all’Altare della Patria, al Vittoriano di Roma. Poi l’amministrazione comunale, nell’ennesimo scontro tra maggioranza e opposizione, ha votato un odg per dare mandato al sindaco di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Un atto poi recepito in una delibera di Giunta e che, la prossima settimana, tornerà in aula per la votazione finale.
Nel frattempo il ricercatore di storia locale Stefano Masino ha chiesto che sia tolta anche la cittadinanza onoraria al generale Pietro Badoglio «il quale – sottolinea Masino – fu sempre a strettissima collaborazione con il Duce e a servizio della dittatura fascista per vent’anni (1922-1943), risultando tra l’altro tra i sottoscrittori del “Manifesto della razza” del luglio 1938».
Ma, in realtà, c’è chi reputa queste concessioni e revoche di cittadinanze qualcosa di kafkiano e giuridicamente irrilevante.
L’avvocato ed ex sindaco di Asti Luigi Florio, che nel 1998 conferì la cittadinanza onoraria ad Amos Luzzatto, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane, da noi interpellato, muove al riguardo alcune osservazioni in punta di diritto, che faranno sicuramente discutere.
Come mai non ha proposto lei la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini che approvò le leggi razziali contro gli ebrei?
«Perché la cittadinanza onoraria a Mussolini è decaduta il 28 aprile 1945, quando il duce è stato ucciso a Giulino di Mezzegra. Le cittadinanze onorarie, al pari delle cittadinanze effettive, vengono conferite a persone viventi; quando un soggetto muore perde ovviamente qualsiasi cittadinanza. Lei direbbe che Leonardo Da Vinci è attualmente un cittadino della Francia, dove ha avuto la sua ultima residenza? No. Allo stesso modo neppure Mussolini è più un cittadino onorario di Asti».
Quindi una cittadinanza onoraria non si può revocare?
«Si può, ma fin quando il soggetto che l’ha ricevuto è in vita e quindi la mantiene».
Secondo lei il Consiglio comunale ha perso tempo a discutere per due giorni sull’argomento e a votare un odg che, probabilmente la prossima settimana, tornerà in aula per l’approvazione finale?
«Il Consiglio voleva esprimere un giudizio politico, che personalmente condivido, di condanna nei confronti della dittatura fascista; ma ha compiuto un atto giuridicamente irrilevante. È come se il Parlamento, per dimostrare l’avversione alla passata dittatura, votasse oggi la sfiducia al Governo Mussolini. Che valore avrebbe una simile votazione? Nessuno. La cesura col Fascismo è nella libertà riconquistata e in tutto ciò che ne consegue».
Asti dovrà tenere Benito Mussolini nell’Albo dei cittadini onorari?
«Mussolini è stato cittadino onorario di Asti, ma non lo è più dal 28 aprile 1945. Da allora il Consiglio comunale ha attribuito cittadinanze onorarie di ben altro segno, indicative della rottura col passato regime: penso a Umberto Terracini, Rita Levi Montalcini, Amos Luzzatto, per non citarne che alcuni».
Se la cittadinanza onoraria può essere attribuita solo a vivi, ha senso averla concesso al Milite Ignoto?
«A mio parere non ne ha, anche se all’origine della delibera ci sono sentimenti e convinzioni del tutto condivisibili; l’art. 7 dello Statuto del Comune di Asti mi pare chiaro: “Il Comune può concedere la cittadinanza onoraria a persone, italiane o straniere, non residenti nel Comune di Asti…”. Il Milite Ignoto è una persona? No, è un morto elevato a simbolo. Risiede da qualche parte? No, è sepolto a Roma, ma i sepolti non hanno residenza».
Asti non ha mai concesso la cittadinanza a un defunto?
«Asti mai, prima d’ora; in altri Comuni non so, ma non mi risulta. Ai defunti ritenuti meritevoli si intitolano strade e piazze, giardini, premi, medaglie, ecc. Ma la cittadinanza è per i viventi».
Una risposta
E poi arrivo il buon senso