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Flavio Boraso, direttore generale dell'Asl di Asti
Attualità
Il caso

L’Asl replica a Uniti si può: «All’ex Maternità di Asti non si può fare l’hospice»

Il direttore generale interviene sulla raccolta firme promossa dalla lista civica e spiega che l’immobile sarà recuperato con i fondi PNRR e che non è possibile cambiare i progetti

«Siamo consci della necessità di aumentare i posti hospice nella nostra Asl e lavoreremo per incrementarli, anche stimolando e favorendo altri soggetti nella loro realizzazione. Tuttavia occorre ben chiarire, per evitare equivoci e non creare false aspettative, che non sarà possibile inserire nuclei hospice all’interno dell’ex Maternità». Così il direttore generale dell’Asl AT, Flavio Boraso, replica al gruppo consigliare Uniti si può in merito alla raccolta firme, promossa pochi giorni fa, per chiedere che l’Asl e la Regione predispongano un hospice nell’ex Maternità durante gli interventi di ristrutturazione e trasformazione in un ospedale di comunità. I soldi per il cantiere sono garantiti dal PNRR, ma proprio questo creerebbe il problema.

«I fondi PNRR – continua Boraso – che serviranno a finanziare il progetto di recupero dell’ex Maternità non contemplano la presenza di hospice: i capitoli prevedono case della comunità, ospedali di comunità, centrali operative, oltre a risorse per antisismica, informatica, grandi apparecchiature. Sono fondi che non possono essere destinati ad altro. A regime l’ex Maternità ospiterà proprio un ospedale di comunità, una casa di comunità e una centrale operativa, diventando un grande polo territoriale in grado di concentrare in una sede più idonea tutti i servizi territoriali e ambulatoriali presenti ad Asti».

«Boraso si rilegga la delibera della Regione»

La replica del Direttore Generale dell’Asl AT non piace, però, ai promotori della petizione che rimandano al mittente il «non si può fare». «Invitiamo il Direttore Generale a “girare” la sua affermazione ai decisori politici regionali che lo hanno insediato ad Asti – risponde il consigliere comunale Mauro Bosia – Infatti il 2 luglio 2021, su relazione dell’assessore regionale alla Sanità Icardi, la Giunta regionale ha emanato una delibera che, ci pare di capire, Boraso non ha mai letto […] Evidentemente Boraso pensa che il provvedimento regionale sia comparabile alle famose “grida manzoniane” emesse nel ‘600 in gradissimo numero e che non venivano applicate a discapito del popolo. Noi pensiamo che non sia così. Pensiamo che le cure palliative siano una cosa seria, pensiamo che siano state costruite ed estese nel tempo in Regione con profusione, impegno e dedizione di grandi professionalità e operatori, pensiamo che corollario delle cure palliative siano gli hospice, pensiamo che, come ci dicono i numeri della Regione e di Asti, compresi quelli fatti emergere da noi, evidenzino un problema dal quale non si può sfuggire in modo burocratico». In sostanza Uniti si può invita Boraso a non cercare fondi nel PNRR per aumentare i posti letto hospice, ma «nell’ambito delle risorse del Fondo Sanitario, assegnate annualmente alle Aziende Sanitarie regionali e stanziate nella Missione 13 Programma 1 del bilancio».

«Boraso afferma che l’ex Maternità, luogo ideale per un hospice, essendo ristrutturata con fondi del PNRR non può ospitare un hospice – concludono da Uniti si può – Decisione che non gli consentiremo di prendere da solo. Invita gli astigiani ad accontentarsi di un posto letto hospice in più a Nizza e qualche ulteriore strana invenzione per dare una boccata d’ossigeno alla Casa di Riposo Città di Asti. Malati oncologici, hospice, Casa di Riposo, ospiti parenti e dipendenti, sono una cosa troppo seria per liquidare il tutto in qualche stanza chiusa».

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