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Attualità
Crisi aziendali

Regione: “Le terme di Acqui non devono chiudere”

Il presidente Cirio ha annunciato che la Regione utilizzerà uno strumento finanziario innovativo per sostenere aziende in crisi con esperti di settore. Si apre uno spiraglio per i lavoratori licenziati.

Le Terme di Acqui non devono morire. Lo dicono i vertici della Regione Piemonte che si sono incontrati, nel fine settimana, nella città termale per fare il punto sulla difficile situazione che si è venuta a creare dopo l’annuncio della chiusura dell’Hotel Nuove Terme e della struttura ad essa legata con il licenziamento di 25 dipendenti. A Palazzo Robellini il presidente Alberto Cirio ha incontrato Enti Locali, Sindaco e Presidente della Provincia, e le rappresentanze sindacali dei lavoratori, gli albergatori e le associazioni di categoria insieme agli assessori al Lavoro Elena Chiorino, al Turismo e Commercio Vittoria Poggio, alla Sanità Luigi Genesio Icardi e all’Agricoltura Marco Protopapa.

Di fronte ad una situazione che vede la proprietà decisa a riaprire le Terme solo riassumendo come stagionali gli attuali 13 dipendenti della parte sanitaria, senza prospettive certe invece per i 15 lavoratori della parte turistica, la Regione ha garantito il massimo supporto per tutelare il futuro di un patrimonio professionale e storico ritenuto strategico.

“La  Regione è pronta a intervenire per tutelare e rilanciare questa straordinaria risorsa – ha detto il presidente Alberto Cirio -. Per farlo siamo disponibili a utilizzare uno strumento innovativo, ma già testato all’estero e in particolare in Germania, un fondo che ci permette di entrare con fondi regionali ed europei nel capitale delle aziende in crisi per rivitalizzarle, con il supporto di esperti del settore”.

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