Qualcuno la chiama una “tragedia annunciata” riferendosi ai tanti appelli fatti nei mesi scorsi per avere maggiore sorveglianza armata all’ospedale di Asti, soprattutto in reparti a rischio e delicati come il Pronto Soccorso.
Perché è proprio nel parcheggio davanti agli ingressi per le emergenze del Cardinal Massaia che stanotte, poco dopo l’una, è stato esploso un colpo di pistola da un’auto in transito.
Poco prima un gruppo di donne di etnia sinti, arrivate su due auto, era entrato nell’atrio del Pronto per chiedere informazioni su un giovane, convinte che fosse stato ricoverato. Al diniego di medici e infermieri, si sono allontanate ma, una volta salite di nuovo sulle auto parcheggiate fuori, è arrivata una terza auto dalla quale è stato esploso il colpo.
Si parla di un singolo sparo perché è stato ritrovato un solo bossolo nel parcheggio, ma non si esclude che ne siano stati esplosi altri. Nessuno è stato ferito e non sono stati rilevati fori su auto o sui muri della struttura. Questo fa pensare ad un colpo di avvertimento sparato in aria.
Sulla vicenda sta indagando la Squadra Mobile che ha anche acquisito tutti i filmati delle telecamere di sorveglianza di accesso e uscita dal parcheggio.
Si è sollevato un vespaio di polemiche da parte dei sindacati degli infermieri e del personale sanitario, spesso oggetto di aggressioni o comunque a rischio perché si trovano a dover fronteggiare questioni di ordine pubblico.
<È necessario che vi sia un reale potenziamento dei servizi di vigilanza all’interno dell’ospedale e nelle aree interne. – scrive la Cgil di Asti – Un solo vigilante non basta e rischia egli stesso di essere aggredito da parenti infuriati o da delinquenti di varia natura.
Noi pensiamo che sia necessario avere, come un tempo, un presidio di polizia all’interno dell’ospedale di Asti, in modo da poter intervenire immediatamente e servire da deterrente contro facinorosi e squilibrati e, contestualmente, sia possibile raccogliere immediatamente le denunce da parte delle vittime di violenza. Al personale sanitario, ai lavoratori ed alle lavoratrici della sanità tutti inviamo la nostra solidarietà e la nostra vicinanza>.
Sulla stessa lunghezza d’onda Enrico Mirisola, segretario Nursing Up di Asti che ricorda come una sola guardia armata debba occuparsi di vigilare il Pronto Soccorso principale, ma anche a quello pediatrico e quello di ginecologia oltre ad essere reperibile per eventuali interventi di ordine pubblico nei vari reparti.
Anche il Nursing Up chiede il ripristino del posto di polizia ospedaliero in aggiunta ad un potenziamento della vigilanza privata.
«Non più tardi di due mesi fa ho incontrato il direttore generale per riferirgli proprio della percezione di poca sicurezza che si respira al Pronto Soccorso – dice Gabriele Montana, segretario del Nursind, altro sindacato di infermieri – Ora, in virtù di quanto successo questa notte, ci aspettiamo una risposta concreta per la salvaguardia di operatori ed utenza. Oppure dobbiamo presentarci al lavoro con il giubbotto antiproiettile sopra il camice?».