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“Il cardinale Sodano si dedicò con grande impegno a favore della pace”

Lo ha ricordato stamattina il vescovo Marco Prastaro in occasione della celebrazione di suffragio del Segretario di Stato vaticano emerito

«Anche se la dolcezza consolante della fede ci conforta, nel nostro cuore vi è tristezza e dolore per il distacco da una persona che abbiamo amato e stimato. Un fratello, uno zio che è stato molto presente nella vita della sua famiglia. Un figlio di questa terra astigiana, cui è sempre rimasto legato. Terra in cui, dopo aver girato il mondo, riposerà».
Con queste parole il vescovo Marco Prastaro ha introdotto l’omelia in occasione, stamattina nella Cattedrale di Asti, della messa di suffragio del cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato vaticano emerito e Decano emerito del collegio cardinalizio, mancato a Roma venerdì scorso all’età di 94 anni (per leggere il profilo completo, clicca qui) .
Dopo il funerale svoltosi ieri nella basilica di San Pietro in Vaticano, infatti, la salma è stata trasportata nel Duomo cittadino, dove il cardinale era stato ordinato sacerdote nel 1950, per essere tumulata nella cripta al fianco di altri vescovi e cardinali astigiani.
Alla presenza delle autorità civili e militari, e ovviamente dei familiari del cardinale, la messa è stata presieduta dal vescovo Prastaro e concelebrata, oltre che da numerosi sacerdoti astigiani, da Francesco Ravinale, vescovo emerito della diocesi di Asti; Marco Arnolfo, vescovo di Vercelli; Luciano Pacomio, vescovo emerito di Mondovì; Giuseppe Cavallotto, vescovo emerito di Cuneo e Fossano. Hanno invece fatto pervenire un messaggio di vicinanza il cardinale Severino Poletto, assente per motivi di salute; monsignor Edoardo Cerrato, vescovo di Ivrea, che ha partecipato alla celebrazione in Vaticano; e l’arcivescovo Piero Pioppo, nunzio apostolico in Indonesia che per dieci anni è stato segretario del cardinal Sodano.

Il ricordo del nipote Andrea Sodano

La prima lettura è stata preceduta dalla condivisione del messaggio inviato dalla Congregazione delle Suore di Santa Marta, che hanno «ringraziato per il dono immenso che è stato il cardinale per la nostra famiglia religiosa».
A seguire ha preso la parola il nipote Andrea Sodano, intervenuto a nome dei parenti del cardinale. «Ringrazio – ha esordito – per la vicinanza che tutti noi familiari abbiamo ricevuto in questo triste momento. Ieri, quando ero nella camera ardente prima delle esequie, ho avuto modo di pensare alla vita dello zio in oltre 60 anni di servizio alla Chiesa: l’ordinazione sacerdotale a soli 23 anni, le lauree conseguite, l’attività diplomatica svolta per conto del Vaticano. Ho pensato, insomma, alla lunga carriera di un cardinale che, per me, era lo zio Angelo. Uno zio che è stato anche un secondo padre, avendo perso il mio in giovane età. La persona cui mi rivolgevo nei momenti di sconforto, una mente brillante che intuiva tutto con facilità e che, fin da quando ero bambino, mi aveva sempre insegnato ad amare la terra astigiana e il lavoro nei campi, sottolineando le origini contadine della nostra famiglia. Non a caso, nello stemma cardinalizio aveva voluto riportare la Torre campanaria di Isola Villa e tre spighe di grano».
Andrea Sodano ha quindi ricordato il cardinale dal punto di vista umano. «Ad una prima impressione poteva suscitare timore reverenziale – ha sottolineato – ma  in realtà possedeva doti non comuni di cuore e intelletto, per cui riusciva a porsi subito in linea con lo stato d’animo dell’interlocutore».

Le parole del vescovo Prastaro

Parole di stima nei confronti del porporato sono emerse anche dall’omelia di monsignor Prastaro. «Il cardinale – ha ricordato – ha ricevuto dal Signore tanti talenti, e li ha usati bene, sempre mosso dal desiderio di servire la Chiesa e di contribuire all’edificazione di un mondo più giusto e pacifico. La sua intelligenza, la sua fede, le sue indubbie doti diplomatiche sono state per il mondo e per la Chiesa un dono importante. Negli anni di servizio come Segretario di Stato si è dedicato con grande impegno a favore della pace. Di questo suo impegno vorrei ricordare un aspetto di cui oggi, con una guerra in corso nel cuore dell’Europa, cogliamo tragicamente l’importanza. A metà degli anni Novanta, durante la guerra in Bosnia, il cardinal Sodano incoraggiò Giovanni Paolo II a fare sua la dottrina dell’ingerenza umanitaria, una strategia per costruire la pace che bene mette in pratica il Vangelo perché pone le persone ed il loro bene prima di ogni altra cosa».
«Chi ha lavorato e collaborato col cardinale – ha proseguito – ne ricorda anche tante altre caratteristiche, tra cui, in primo luogo, l’amore per la Chiesa. Come ha evidenziato Papa Francesco nel telegramma inviato alla sorella Maria: “Nella Curia Romana ha svolto la sua missione con dedizione esemplare e in ogni incarico si è dimostrato uomo ecclesialmente disciplinato, amabile pastore, animato dal desiderio di diffondere ovunque il lievito del Vangelo”».

(Photogallery di Maria Grazia Billi)

 

 

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