Chi aveva scelto il rito abbreviato
E’ arrivata stasera la sentenza a carico dei 17 imputati dell’inchiesta Barbarossa sulle infiltrazioni n’dranghetiste fra Asti e Costigliole.
Ed è stata una pioggia di condanne, in qualche caso anche più severe di quanto fosse stato chiesto dallo stesso pm.
La pena più severa ha colpito Michele Stambè: a fronte dei 18 anni e 8 mesi chiesti dal pm, il gip Stefano Sala gli ha inflitto 20 anni di reclusione. Per Salvatore Stambè vi è stata una riduzione più sensibile fra quanto richiesto (15 anni e 8 mesi) e quanto inflitto: 11 anni e 8 mesi. Il terzo Stambè implicato, Daniele, è stato condannato a 9 anni di reclusione.
Condanna pesante a Luca Scrima, anche lui di Costigliole, cui il gip ha inflitto 14 anni e 8 mesi di reclusione, poco di meno rispetto a quanto era stato richiesto dal pm.
Per Bruno Agostino è arrivata la condanna a 10 anni e 4 mesi. Undici anni per Salvatore Carè mentre un po’ di “sconto” è stato concesso dal gip a Giuseppe e Ferdinando Catarisano, padre e figlio.
Il primo è stato condannato a 9 anni e 4 mesi contro i 12 richiesti mentre il secondo a 9 anni e 4 mesi contro i 10 ritenuti equi dal pm. Per Ferdinando, però, si tratta di una sentenza che va ad aggiungersi a quella già inflitta in primo grado per l’omicidio di Luigi Di Gianni.
Tutti condannati anche i fratelli Emma. A Vincenzo, considerato colui che ha consentito la nascita della “locale” astigiana al suo trasferimento nel carcere di Quarto, sono stati inflitti 10 anni di reclusione esattamente quanto inflitto a Giuseppe. Sconto di qualche mese per il terzo fratello, Adriano Enea, condannato a 9 anni e 8 mesi.
Un’altra condanna dal “peso specifico” importante è quella che ha raggiunto Rocco Zangrà, il collegamento albese con i boss calabresi cui sono stati infilitti 12 anni e 8 mesi. Per lui lo “sconto” più importante, visto che il pm aveva chiesto 20 anni di reclusione.
Nove anni e 1 mese per Gianfranco Guzzetta mentre pene minori sono state inflitte ad Agim Lena (5 anni e 4 mesi), a Massimo Marchiori (3 anni e 4 mesi) e a Massimo Pugliese (1 anno e 4 mesi).
Previsto anche il risarcimento danni ai Comuni di Costigliole e Asti che si sono costituiti parte civile: 250 mila euro al primo e 100 mila euro il secondo.
«Siamo vivamente sorpresi da questa sentenza – ha commentato a caldo l’avvocato Aldo Mirate, uno di quelli che più si è speso nelle arringhe difensive – Attendiamo le motivazioni ma annunciamo fin d’ora ricorso in Appello».