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Cronaca

Aggressione al patrimonio di una famiglia sinti: confiscati beni per 400 mila euro (compresa una paninoteca mobile)

Il provvedimento di prevenzione richiesto dalla Procura è frutto di 3 anni di indagine di Finanza e pg. La famiglia non ha saputo giustificare la provenienza del denaro usato per gli acquisti

Indagine di Guardia di Finanza e pg

C’è anche una paninoteca mobile fra i beni confiscati ad una famiglia di sinti che vive a Trincere nell’ambito di un provvedimento di prevenzione firmato dal procuratore della Repubblica di Asti, Perduca e notificato dalla Guardia di Finanza.
E i finanzieri hanno dovuto macinare chilometri per notificare gli atti ai tre appartenenti alla famiglia: Renato Olivieri, 55 anni, conosciuto come “Ciccio” è stato raggiunto nell’abitazione di Trincere dove è sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Vive nella stessa lussuosa villa che gli è stata confiscata con dependence abusiva. A suo carico anche tre anni di sorveglianza speciale.
Per notificare il provvedimento alla moglie, Rosa Vinotti, 55 anni anche lei, è stato necessario raggiungere Torino dove è detenuta al carcere delle Vallette; sempre a Torino, in un campo rom, vive ai domiciliari il figlio della coppia, Francesco Olivieri, 34 anni.
Nessun provvedimento a carico dell’altro figlio che gestisce la vendita di panini ambulanti in corso Savona, all’incrocio con via Cuneo; la Finanza in collaborazione con l’aliquota carabinieri della polizia giudiziaria della Procura ha però sequestrato la paninoteca che usava per la sua attività.

La villa a Trincere

Ma non è finito l’elenco di quanto confiscato: oltre alla villa di Trincere sono stati sequestrati un appartamento in via Gorizia e la licenza di un bar a Torino. Lo stesso provvedimento ha raggiunto anche otto fra auto e moto nella disponibilità della famiglia anche se, ad oggi, è stato possibile recuperare solo una Fiat Panda nuovo modello e una Fiat Seicento.
Si tratta della conclusione di una complessa indagine durata tre anni condotta in collaborazione fra la Guardia di Finanza e la polizia giudiziaria.
Hanno messo insieme sia i dati finanziari della famiglia che i loro “pesanti” precedenti penali che contribuiscono a tratteggiare la pericolosità penale di padre, madre e figlio.

Tutto comprato nonostante il “reddito zero”

Questo grazie anche allo speciale programma “Molecola” in dotazione alla Guardia di Finanza che consente di valutare la pericolosità sociale e di pianificare una “aggressione patrimoniale” dei beni acquistati con denaro fonte di reati.
I dati contabili incrociati hanno dimostrato che al momento di fare gli acquisti (di immobili, auto, delle attività commerciali), la famiglia dichiarava zero redditi ma i suoi componenti avevano già numerosi precedenti per reati predatori, prevalentemente furti, sostituzione di persona e truffe agli anziani.
Renato Olivieri, ad esempio, è stato arrestato a marzo dell’anno scorso a Genova con l’accusa di essere un truffatore seriale. A lui sono imputati colpi ai danni di anziani a Genova, Parma, Piacenza, Lodi, Cuneo e Verona.
Per ironia della sorte, secondo l’accusa si spacciava per finanziere e faceva credere alle vittime di poter far ottenere loro dei rimborsi per tasse pagate in più facendosi consegnare documenti e bancomat con relativo codice. La famiglia Olivieri ha ora 10 giorni di tempo per impugnare la confisca.

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