Sentenza stamattina
Solo lo sconto per la scelta del rito abbreviato: di null’altro è stato sgravato Dario Cellino, 92 anni, l’uomo che esattamente un anno fa sparò dalla finestra della sua casa di Portacomaro al geometra Marco Massano incaricato dal tribunale di svolgere una perizia sull’immobile pignorato per i debiti non onorati con una banca cittadina.
Stamattina il giudice Di Naro ha dettato la condanna dopo una breve camera di consiglio. Il pm Nicola aveva chiesto il massimo della pena per l’omicidio consentita dal rito abbreviato: 30 anni. E così è stato, visto che non gli sono state concesse neppure le attenuanti generiche.
Dario Cellino
Presente in pantofole e pile rosso
Cellino, presente alla sentenza in pantofole e pile rosso corallo (vive ai domiciliari in una casa di riposo dell’Astigiano) non ha fatto alcun commento ma ha sempre tenuto gli occhi bassi e si è allontanato scortato dalla polizia penitenziaria quasi trascinando i piedi.
A pochi centimetri da lui il suo difensore, l’avvocato Sabrina Zeglio che, fino all’ultimo, aveva chiesto di contenere la pena nel minimo edittale. E ancora più in là, sullo stesso banco, la vedova di Massano, Sara Tonon accanto all’avvocato Alberto Bazzano che condivideva la parte civile con la collega Silvia Merlino in rappresentanza dei genitori e della sorella del geometra.
Timori per uno “sconto età”
Se non ci sono mai stati dubbi sulla responsabilità di Cellino, i timori erano per una sentenza che risentisse dell’età avanzata del suo imputato. Invece il giudice ha riconosciuto il novantenne pienamente lucido e responsabile delle sue azioni quando, quel mattino, ha atteso il geometra dal primo piano della sua abitazione puntando il fucile dalla finestra sulla strada.
«Ero arrabbiato con la banca, non con il geometra»
Ha sempre sostenuto di volerlo solo spaventare, di non aver nulla contro Massano ma di essersi lasciato trascinare dalla rabbia verso la banca con la quale aveva lavorato una vita e che ora gli girava le spalle portandosi via la sua abitazione. La stessa banca che, pochi giorni dopo l’omicidio, ha preferito cedere il credito ad altra società uscendo così definitivamente da questa vicenda che era sotto i riflettori di mezza Italia.
Marco Massano con la moglie Sara Tonon
Risarcimenti per oltre 2 milioni e mezzo
Il giudice Di Naro, nella sua sentenza, ha disposto anche circa 2 milioni di euro di risarcimento per la moglie e i tre figli in tenera età della coppia, 400 mila euro per i genitori e 150 mila euro a favore della sorella. Cifre che, nella loro interezza, ben difficilmente potranno essere pagate.
«Non aspettavo la sentenza per sentirmi in pace» è stato il commento della moglie di Massano, una donna di profondissima fede il cui atteggiamento è sempre stato improntato al ricordo e all’accettazione, seppur dolorosissima di quanto accaduto.
Per gli avvocati di parte civile «E’ stato raggiunto il miglior risultato possibile. Con questa sentenza – hanno detto i legali Bazzano e Merlino – le istituzioni hanno dato un segnale forte della loro presenza».