Fra le 15 parti offese dell’udienza preliminare che si sta celebrando a carico di Angela Marino, una spicca su tutte. E non solo per l’esorbitante cifra versata (poco meno di 150 mila euro) ma anche per le modalità con le quali la ragazza è stata “agganciata” e tenuta stretta dall’imputata di truffa. Le accuse che vengono rivolte all’imputata sono contenute in una lunga querela presentata dalla vittima che è poi diventata il pilastro dell’accusa contestata dalla Procura di Asti.
Tutto è nato sul posto di lavoro della Marino, si legge nelle imputazioni, che si è presentata come moglie del cardiologo Gentile in servizio all’ospedale di Asti dopo aver fatto il primario dell’ospedale di Nizza. Ovviamente tutto non vero.
Poco per volta la Marino ha cominciato a tenere un atteggiamento protettivo nei confronti della ragazza, sapendo anche della sua fragilità e del momento di sofferenza che stava passando.
Poi la prima proposta, quella di un posto nell’ospedale di Chieri nel reparto Pediatria: «Ma, per arrivarci, sono necessari 500 euro per le pratiche di assunzione da versare su una carta Postepay». A seguire altre cifre per i non meglio specificati “contributi unificati” e, infine, l’iscrizione ad un corso per Oss e in seguito un corso infermieristico. Non basta. Arriva la proposta di lavorare nelle carceri femminili dove sono detenute le madri con bambini ma per farlo bisogna diventare socia della fondazione che se ne occupa e sono altri 8 mila euro in due tranches da 4 mila.
Ogni volta la malcapitata riceve regolare ricevuta tramite mail con tanto di intestazioni e firma della fantomatica “responsabile e presidente” di un’associazione risultata poi inesistente.
Da quel momento in avanti è un continuo susseguirsi di richieste di denaro in una girandola di causali presentate come necessarie per ottenere i “dividendi” dell’associazione di cui è diventata socia.
Con l’alzarsi dell’asticella delle richieste, si fanno sempre più frequenti i messaggi via mail e via whatsapp di un certo “dottor Ferrero” che la donna non ha mai conosciuto di persona ma che la Marino le ha detto essere colui al quale doveva riferirsi.
E, nelle accuse, si parla anche di una subdola operazione di corteggiamento da parte di questo “dottor Ferrero” che agisce sulla fragilità della donna che comincia a ricevere sul posto di lavoro fiori, cioccolatini, regalini: tutto a nome dell’invisibile spasimante che, nel frattempo, continua a chiederle dei soldi con svariati pretesti.
Dall’indirizzo mail che richiama l’Asl di Chieri le arriva anche una formale lettera di assunzione con l’annuncio del suo incarico in Pediatria.
E poi la supposta malattia della Marino, quella del fantomatico dottor Ferrero e del suo altrettanto fantomatico fratello per il quale alla ragazza verranno chiesti altri esborsi.
Il conto totale ammonta a 150 mila euro, i risparmi di una vita di un’intera famiglia e una condizione di fortissima prostrazione fisica per aver compreso in quale infernale meccanismo di bugie e illusioni fosse finita per oltre un anno e mezzo. La ragazza, difesa dall’avvocato Piergiorgio Chiara di Torino, si è costituita parte civile.
Discussione accesa
- Massimiliano Pettino