Sorvegliate speciali
Proprio quelle Rsa che sono state al centro di tante polemiche e, nell’Astigiano come nel resto del Nord Italia, anche le “sorvegliate speciali” durante i giorni più gravi dell’emergenza sanitaria Covid ora rischiano il fallimento. In due mesi, infatti, i bilanci sono stati messi a dura prova da una serie di fattori. Da una parte il calo di presenze e dunque di rette nelle strutture dovute ai ricoveri degli anziani in ospedale e ai decessi (sia per Covid che per cause estranee al virus) cui non potevano seguire nuovi ingressi per le restrizioni anticontagio. Solo nei giorni scorsi, infatti, la Regione Piemonte ha dettato le linee guida per i nuovi ingressi che devono passare attraverso periodi di quarantena in reparti isolati e dedicati.
Blocco del turn over
Blocco di turn over dei letti che si aggiungeva al maggiore costo sostenuto per tutti i dispositivi di protezione individuale, di sanificazione dei locali e, in molti casi, per un costo del personale maggiorato dalla penuria di operatori sanitari ed infermieri disponibili.
Lo sa bene Giuseppe Camisola, commissario straordinario della casa di riposo Città di Asti, la più grande del Piemonte.
70 mila euro di spesa per i DPI alla casa di riposo Città di Asti
«Solo di dispositivi di protezione individuale abbiamo speso 70 mila euro in due mesi e continuiamo ovviamente a ordinare forniture per garantire sicurezza a tutti i nostri operatori».
La direttrice è tornata infermiera per qualche giorno
«Per quanto riguarda il personale – prosegue Camisola – anche noi abbiamo avuto momenti di tale scarsità di dipendenti che la stessa direttrice e i capi dipartimento hanno abbandonato momentaneamente le loro mansioni dirigenziali e hanno rispolverato le loro qualifiche da infermieri, hanno di nuovo indossati i camici e hanno curato gli anziani ospiti».
Ma i conti non escono bene da questa emergenza, con il rischio di raddoppiare il disavanzo già preventivato.
Pronto il reparto di isolamento per i nuovi ingressi
La casa di riposo Città di Asti, però, ha già predisposto la cosiddetta “area quarantena” chiesta dalla Regione per i nuovi ingressi e spera presto di poterli accogliere. Come spera di ottenere, sempre dalla Regione, il permesso per aprire una “finestra” che consenta visite-lampo agli anziani ospiti che non vedono parenti e amici da molte settimane con un serio rischio di depressione dovuto al prolungato isolamento che le videochiamate non colmano.