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Cronaca
Guardia di Finanza

Sale a 2 miliardi e 200 milioni il valore dei crediti d’imposta sequestrati dalla Finanza di Asti nei “cassetti fiscali” per i bonus edilizi

E’ il seguito dell’operazione “Capisci Ammè” del marzo scorso che aveva già portato ad indagare 18 persone, fra le quali anche alcuni impresari astigiani

Il Procuratore della Repubblica di Asti Mazzeo e il comandante della Guardia di Finanza di Asti, colonnello Garaglio lo avevano già dichiarato quando avevano presentato l’operazione che portò all’arresto di numerose persone in tutta Italia (compresi alcuni impresi astigiani). Lo avevano detto che gli accertamenti sarebbero proseguiti e che non escludevano di trovare anche dei “tesoretti” congelati nei cassetti fiscali aperti dall’Agenzia delle Entrate per gestire i bonus e superbonus legati ai lavori di efficientamento energetico ed edile delle case.

E così è stato.

E’ di poco fa la notizia di un nuovo sequestro preventivo di oltre 700 milioni di lire derivato da ulteriori verifiche su quanto dichiarato dal gruppo già sgominato nella prima fase dell’operazione cui sono collegate molte società immobiliari ed imprese edili con cantieri “fantasmi”, dichiarati solo per ottenere il credito di imposta che rappresenta l’obiettivo dell’associazione.

La Guardia di Finanza, individuati i cassetti fiscali riferiti ad progetti inesistenti, hanno trasmesso all’Agenzia delle Entrate di Roma tutti i riferimenti  insieme al decreto di sequestro preventivo firmato dal Gip di Asti che ne ha determinato il divieto di accesso da parte degli intestatari sotto inchiesta.

La prima parte dell’operazione risale a meno di due mesi fa e vide l’impiego di 150 finanzieri per operare in contemporanea in 18 province. Era l’operazione denominata “Capisci ammè” mutuata dall’espressione spesso utilizzata durante le telefonate (intercettate) dai vertici dell’organizzazione. A capo di tutto è indicato un commercialista napoletano che, grazie a collaboratori sparsi in varie regioni d’Italia e ad un consulente di origine albanese operante nel Trevigiano, raccoglieva progetti e imprese disposte a dichiarare il falso pur di accedere ad una parte di crediti di imposta.

In quella prima fase erano già stati bloccati cassetti fiscali per oltre un miliardo e mezzo e oggi, con il nuovo sequestro, sono stati “congelati” in tutto un miliardo e 200 milioni.

Una cifra altissima che, al sicuro sotto sequestro, ha scongiurato rilevanti danni al bilancio pubblico. Sequestro che non è stato oggetto di impugnazione e dunque è definitivo così come le misure cautelari applicate agli indagati sono già state confermate dal Tribunale del Riesame di Torino.

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