Cerca
Close this search box.
Architetto Bo
Attualità
Lutto

È morto il decano degli architetti di Asti, Giovanni Bo

Aveva 89 anni e ha firmato i progetti di ristrutturazione di molti edifici storici

Ad Asti ha lasciato un segno che resterà anche per le future generazioni grazie alla sua capacità di guardare al futuro preservando la storia di ogni importante edificio di cui ha progettato il restauro. Pochi giorni fa è mancato l’architetto Giovanni Bo, 89 anni. Era il decano degli architetti astigiani e molti suoi colleghi hanno mosso i primi passi nella professione lavorando con lui, apprendendo da Bo non solo la tecnica, ma soprattutto l’amore per la cultura declinata in ogni progetto, grande o piccolo, su cui apponeva la firma.

Uomo riservato, che non ha mai cercato la notorietà (non ha mai condiviso il termine archistar per indicare colleghi più o meno noti) anche se in molte occasioni è stato ospite di convegni nei quali architettura e cultura diventavano un tutt’uno affascinando i presenti. Grande amico dell’arazziere Ugo Scassa, l’architetto Bo ha firmato i restauri di molti edifici storici di Asti tra cui Palazzo Mazzetti. Oltre alla moglie Miranda, l’architetto ha lasciato i figli Simona con Luca e Filippo con Elena, i nipoti Giovanni, Riccardo e Matilde. I funerali, molto partecipati, si sono svolti nella Collegiata di San Secondo.

A ricordare la professionalità e l’uomo di cultura che è stato l’architetto Bo sono diversi colleghi che hanno avuto modo di collaborare con lui su vari progetti e iniziative.
In un post su Facebook, l’architetto Piergiorgio Pascolati scrive: «Una grande parte della mia storia professionale se n’è andata. Ricordi di giorni interi piegati sul tecnigrafo o in cantiere; leggere o commentare riviste e libri di architettura. Se ne va il mio maestro. Continua a guidarmi da lassù».

«L’architetto Bo ha espresso, attraverso la sua grande conoscenza dell’architettura e le sue realizzazioni, un messaggio di coerenza progettuale. – lo ricorda l’architetto Luciano Bosia – Personalmente ho iniziato una collaborazione dagli anni ‘70 con la scuola elementare di Rio Crosio, la palestra ex scuola Gatti, la ristrutturazione della scuola Magistrale Monti e il nuovo Palazzo di Giustizia. Ci tengo a sottolineare l’estrema sensibilità e la capacità dell’artista, dove per molte sere nella frazione di Variglie ci incontravamo nell’assoluto silenzio circostante. Scevro da ogni obbligo e vincolo di legge, di piano regolatore, liberava la fantasia ed esprimeva il suo sentimento attraverso disegni e sculture, con una capacità infinita nel trasferire un’idea in opera d’arte, esprimendo totalmente quanto solo in parte è possibile applicare nella progettazione architettonica».
«Nell’affrontare una problematica tecnica – continua Bosia – valutava l’ambiente per non “turbare” il contesto, isolandosi e difendendo ad ogni costo le proprie idee. Mi auguro che l’architetto abbia trasmesso ad altri non solo la sua conoscenza, i suoi indirizzi progettuali ma anche una filosofia di vita».

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale