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Cronaca

Morì di tumore ai polmoni dopo una vita in mezzo all’amianto ma non ci sono colpevoli

Sofferta sentenza di “non luogo a procedere” per la morte di un manutentore

Sentenza del gup di Asti

Una richiesta “sofferta” quella che il procuratore generale Carlo Maria Pellicano ha fatto al gup astigiano Francesca Di Naro, ma doverosa alla luce di quanto risultato dal processo. “Non luogo a procedere” nei confronti di 9 imputati per la morte di un manutentore per tumore ai polmoni dopo una vita passata come tubista e saldatore allo stabilimento Teksid di Carmagnola.

Imputati della Teksid

Una morte causata dall’amianto della quale sono stati chiamati a rispondere gli amministratori delegati della Teksid dal 1982 al 1995, i responsabili della divisione Ghisa dal 1978 al 1986 e i direttori di stabilimento dal 1978 al 1994.
La causa era stata intentata dalla vedova del manutentore che si è costituita parte civile.
In un primo tempo la Procura di Asti aveva già per due volte chiesto l’archiviazione del caso, ma la Corte d’Appello, che passa al vaglio tutte le archiviazioni, aveva avocato a sè la pubblica accusa affidata al dottor Pellicano, pm esperto di morti da amianto.
Ma le perizie mediche e gli altri accertamenti non hanno potuto ricondurre direttamente ad eventuale negligenze dei vertici Teksid l’insorgere del tumore che ha tolto la vita al manutentore.

Il fumo come concausa

E’ vero che, al lavoro, era esposto a vari agenti cancerogeni come silice e amianto, ma è anche vero che il manutentore era un accanito fumatore e questo ha sicuramente contribuito alla formazione della neoplasia.

Lavorava in appalto e i suoi titolari sono tutti morti

Ma è un altro il punto che ha spinto il procuratore a chiedere l’archiviazione degli imputati: il manutentore non era un dipendente diretto della Teksid, bensì di altre società che appaltavano i lavori dallo stabilimento di Carmagnola e vi inviavano i propri lavoratori. La responsabilità di non aver dotato l’uomo di adeguati dispositivi di sicurezza e di adeguata formazione per evitare il contatto con le sostanze cancerogene, era in capo a loro, e non alla Teksid. Ma, nel tempo, tutti i questi precedenti datori di lavoro sono deceduti, dunque nessuno di loro poteva essere chiamato in causa per rispondere dell’insorgenza del tumore ai polmoni del manutentore.
Di qui la richiesta di non luogo a procedere che è stata accolta dal gup alla presenza dei legali Teksid degli studi legali Anfora e Chiappero di Torino.

Daniela Peira

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