Ultimi momenti per dare l’estremo saluto a Giuseppe “Beppe” Fassino, deceduto a 72 anni a causa di un aggravamento dovuto all’infezione da Covid.
La famiglia ha comunicato che questa sera, giovedì, alle 20,30 sarà recitato il rosario nella chiesa parrocchiale di Moncucco Torinese; la stessa dove domattina, venerdì, alle 10 saranno celebrati i funerali.
Alla notizia della sua morte si sono moltiplicati sui social e di persona le testimonianze di affetto e di stima nei confronti di Beppe e della sua famiglia. Fassino lascia la moglie Teresa Cafasso e i figli Daniela, Gianpaolo e Luisa (nella foto di copertina con lui).
«Raccontare Beppe Fassino potrebbe risultare impossibile tanto era eclettico – è l’inizio del ricordo di Giorgio Musso, a lungo sindaco di Castelnuovo Don Bosco e amico di Beppe – Si potrebbe dire con Victor Hugo che la morte è certamente un dolore micidiale ma il non aver vissuto è molto peggio.
E Beppe ha vissuto. Soprattutto ha dato la sua vita per il suo Piemonte, per il suo Monferrato – Astigiano, per la sua Moncucco.
E’ stato un pioniere della valorizzazione, del buono e del bello che ha la nostra terra. Un vero e proprio cantore delle nostre colline e del nostro vino: a partire dal Freisa. Tanto da averle dedicato una bella Bottega del Freisa nella sua Moncucco. Fassino è stato l’anima quasi esclusiva della promozione del territorio, in un tempo in cui nessuno l’avrebbe detto. Un antesignano della conoscenza dei nostri luoghi».
Lo ricorda anche Giorgio Ferrero, dalla sua Pino d’Asti, ex assessore all’agricoltura della Regione Piemonte: «Beppe è stato ambasciatore della Freisa e del suo territorio, lo ha fatto sempre, e in coerenza ha fondato la sua attività scommettendo sull’attrattiva delle nostre colline , sulla bellezza e sulla storia di Don Bosco che lo accoglierà».
«Come castelnovese che in questi anni mi sono occupato di pro loco, di Comune, di fotografia, non potevo non conoscere Beppe – è il ricordo del commercialista Giancarlo Aiassa – Prima degli Anni Ottanta l’ho conosciuto per la fotografia. Alcune esposizioni, i temi della natura.. ecc.. e vedevo i suoi scatti. Nessuna tecnica particolare né fotocamere prestigiose, ma una fotografia calda, di cuore, i nostri paesaggi, le nostre persone.
Dal 1985 l’ho seguito per l’Europa in vari viaggi estivi: con Beppe nulla era a caso e la presentazione dell’Astigiano nel mondo era per lui un chiodo fisso».
I testi integrali degli affettuosi ricordi dedicati a Beppe in edicola domani mattina con il giornale.
d.p.