Il noto chef televisivo ha fatto alcune riprese – Riserbo sulla trasmissione
Cardo Gobbo sempre più super star. L’ortaggio più amato della provincia di Asti, almeno in periodo di bagna cauda, comincia ad essere oggetto dell’attenzione dei media nazionali e stranieri. Dopo l’interesse ad ottobre di una troupe coreana che si è recata in Piemonte per conoscere da vicino le eccellenze “Slow Food” e quello del canale satellitare TV2000, è stata la volta di El Beker, noto chef televisivo, di scoprire gli aromi e i sapori dolce-amarognoli del cardo e i suoi abbinamenti.
Ad accompagnare Beker, nome d’arte di Fabrizio Nonis (conosciuto per i suoi interventi su Gambero Rosso Channel e alla prova del Cuoco su Rai Uno) ci hanno pensato Piercarlo Albertazzi del Presidio Slow Food Cardo Gobbo di Nizza, Marco Lovisolo Assessore al Turismo del Comune e Vittorio Quaglia, uno dei produttori che in valle si dedicano alla coltivazione dell’ortaggio. «Abbiamo accompagnato El Beker direttamente sul “campo” – scherza Marco Lovisolo – Non possiamo rivelare nulla di quanto è stato girato o per quale trasmissione verrà confezionato il servizio. Possiamo solamente dire che presto gli astigiani avranno modo di conoscere il cardo direttamente in diretta nazionale».
Nei prossimi giorni, verranno resi noti gli orari del programma. Per il momento vige il riserbo più assoluto. «Siamo soddisfatti di questa attenzione mediatica – commenta Piercarlo Albertazzi – è segno che stiamo lavorando nella giusta direzione. E’ bene far conoscere questo prodotto anche al di fuori dei confini regionali. In cucina può essere impiegato per svariate ricette oltre ad essere sempre più una fonte di reddito sicura per gli agricoltori». Il cardo gobbo di Nizza è infatti presidio Slow Food . Secondo il disciplinare il vero Cardo gobbo di Nizza Monferrato è esclusivamente quello della varietà denominata “Spadone” per la forma della foglia e del fusto. Sebbene i territori che possono fregiarsi del bollino comprendono un’area piuttosto vasta che da Calamandrana passano da Nizza per arrivare al di là del Belbo verso Alessandria, in realtà i comuni in cui si concentra la produzione del “gobbo” sono tre: Incisa, Cortiglione e Castelnuovo Belbo. Un triangolo “magico” all’interno del quale il cardo viene coltivato con amore, pazienza e sapiente esperienza perché, ci spiegano gli agricoltori, «questo è un ortaggio che non viene “su da solo”».
La coltivazione del cardo, e specialmente del “gobbo”, è lunga e laboriosa. Nell’Astigiano secondo le informazioni delle associazioni di categoria come CIA e Coldiretti sono 16 le aziende che si dedicano alla produzione del cardo gobbo e con introiti «interessanti». Al mercato i cardi gobbi si vendono a quasi 5 euro al chilo, è considerato un prodotto pregiato ed è richiesto anche fuori provincia: nel Torinese, Milanese e in Liguria. Motivo per il quale, in molti negli ultimi anni hanno deciso di cimentarsi in questo tipo di coltivazione.
Lucia Pignari