Sono 14 gli alunni, maschi e femmine, che mercoledì termineranno il corso iniziato a fine ottobre e organizzato in collaborazione con gli istruttori della palestra di via Raffaello Sanzio
Tutti dovrebbero avere l’opportunità di praticare uno sport e, quando si sta insieme durante un allenamento, non ci sono differenze tra ricco e povero, tra chi ha una famiglia e chi, invece, vive in una situazione di disagio sociale. E’ proprio con l’obiettivo di rendere lo sport accessibile anche ai bambini seguiti dai servizi sociali di Asti che la palestra Fidia ha promosso, per il secondo anno consecutivo, i corsi di nuoto gratuiti destinati agli studenti delle scuole elementari. Sono 14 gli alunni, maschi e femmine, che mercoledì termineranno il corso iniziato a fine ottobre e organizzato in collaborazione con gli istruttori della palestra di via Raffaello Sanzio. «Il Comune di Asti segue circa 400 minori e in questo progetto ne abbiamo inseriti 60 – spiega l’assistente sociale Francesca Sacco responsabile dell’unità minori – L’adesione è stata accolta molto bene dalle famiglie, le presenze sono state costanti e i bimbi sono stati accompagnati in palestra da parenti oppure dagli educatori. La cura del corpo e del benessere dovrebbe essere garantita a tutti e ad Asti abbiamo tante associazioni che si occupano di sport: sarebbe bello che aderissero a questo progetto, garantendo anche solo a 2 bambini di poter svolgere attività sportiva».
La collaborazione Comune – Fidia
L’assessore Mariangela Cotto conferma i buoni risultati ottenuti grazie alla partnership con la palestra Fidia e rilancia un principio generale di sussidiarietà che dovrebbe coinvolgere più soggetti. «Speriamo che quanto fatto da Mauro Marengo e dalla palestra Fidia possa essere d’esempio per altri e ringrazio i miei collaboratori dell’ufficio servizi sociali che, anche in questo caso, ci hanno messo davvero il cuore».
«Lo sport non deve avere colore politico o di pelle – risponde Mauro Marengo, direttore della Fidia – e questo progetto, nato durante la precedente amministrazione, è andato avanti con quella attuale. Lo sport è un impegno e siamo stati ben felici non solo di aver offerto questi corsi, divisi su 8 lezioni, ma anche la “sacca rossa” a tutti gli iscritti perché qui non ci sono differenze tra i corsisti». In effetti i casi sottoposti alla Fidia da parte del Comune rappresentano uno spaccato significativo delle famiglie seguite dai servizi sociali. Particolarmente toccante la vicenda di uno dei bimbi che alla prima lezione si è presentato “solo per guardare” perché non aveva il costume per entrare in vasca. Un altro bambino si è talmente appassionato dei corsi da aver “dettato” i tempi al genitore per non saltare neanche una lezione. In generale tutti i bambini, anche quelli che a scuola dimostravano criticità nei rapporti con gli altri, hanno sposato lo spirito dell’iniziativa, adottando le regole del gruppo senza dare alcun problema agli istruttori Fabrizio Caraffa e Alberto Scassa. «Abbiamo suddiviso i bambini in base alle loro capacità nel nuoto – racconta Caraffa – e tutti hanno partecipato attivamente. Questi corsi hanno fatto crescere la loro autostima e posso dire che hanno colto questa occasione con molta riconoscenza». Per Alberto Scassa «lo sport individuale è diventato un momento di aggregazione, un’occasione per stare insieme e di confronto tra questi bambini e gli altri».
L’appello alle altre società sportive
L’assessore Elisa Pietragalla, con delega alle politiche giovanili, parla di «sport, benessere, aggregazione e condivisione» come parole chiave del progetto, realizzato in collaborazione con la Fidia.
Per il sindaco Rasero, «la nostra città ha tantissimi problemi, ma c’è qualcuno che si sta impegnando per aiutare gli altri». «Se ognuno si sentisse chiamato a fare la sua parte, farebbe di certo la differenza – continua – Quindi non posso che ringraziare questi “angeli” che decidono di fare qualcosa per gli altri e invitare chiunque a dare analoga disponibilità. Le battaglie in favore dello sport e per i servizi sociali non possono avere bandiere politiche». Eventuali associazioni che volessero contribuire possono farlo rivolgendosi ai servizi sociali o alla Banca del Dono di piazza Roma.
Riccardo Santagati